DI
Cronaca

Frane, disagi e ritardi. In viaggio sulla Faentina con i pendolari dannati : "Questa non è vita"

I continui stop alla linea stanno complicando la vita dei viaggiatori. Trenitalia mette in campo bus sostitutivi, ma in molti non trovano posto. La rabbia dei passeggeri: "E’un dramma, non può essere la normalità" .

Frane, disagi e ritardi. In viaggio sulla Faentina con i pendolari dannati : "Questa non è vita"

Frane, disagi e ritardi. In viaggio sulla Faentina con i pendolari dannati : "Questa non è vita"

FAENZA

di Filippo Donati

Sono appena le sei del mattino quando sull’Appennino tosco-romagnolo una coppia di fanali fende il buio: è il treno che come ogni giorno dal 1888 accompagna studenti e pendolari fino alla città di Faenza. Lo stop di sei mesi imposto ai treni ha però allungato i tempi di percorrenza e accorciato le giornate di molti . Sono proprio i giovanissimi, i cui volti affollano le carrozze, a pagare le conseguenze più amare per l’incubo delle frane sui binari: pochi giorni fa molti di loro sono rimasti appiedati perché non hanno trovato posto sul bus sostitutivo messo in campo da Trenitalia in occasione dello scattare dell’allerta. "Comprendiamo che occorra tempo per ricucire le ferite dell’Appennino – spiega la madre di uno studente 14enne, accompagnato a scuola in auto alcuni giorni fa assieme ad alcuni compagni –, ma questa non può essere la normalità. Il nostro auspicio è che a settembre i treni possano viaggiare regolarmente". E pensare che l’appenino tosco-romagnalo è una delle tappe del ’Treno di Dante’, convoglio storico entrato in funzione nel 2021, le cui carrozze sono ora su un binario morto: "impossibile organizzare le prenotazioni quando non abbiamo la certezza che i treni possano viaggiare", spiega Davide Missiroli per il consorzio di aziende che cura il progetto. "Nessuno acquisterebbe i nostri biglietti. Per il settore turistico è un dramma nel dramma, ce ne rendiamo conto. Ma abbiamo le spalle al muro".

Da parte sua Rete ferroviaria italiana ha fatto sapere che la sopravvivenza della ferrovia faentina non è in discussione: "non si investono quindici milioni di euro per ripristinare una linea se non ci è certi del suo futuro". Sette mesi dopo lo scatenarsi del pericolo frane è lecito domandarsi a chi tocchi mettere mano alle ruspe in quelle porzioni di collina che incombono sui binari. "Ci aspettiamo che la struttura commissariale affronti questo tema – implora il sindaco di Faenza Massimo Isola –. Non possiamo attendere che i singoli proprietari si accollino lavori di quella portata; perfino i Comuni non potrebbero affrontarli. L’Appennino sta uscendo dai radar, dobbiamo raddrizzare la rotta. Da ragazzo cresciuto in montagna che ogni giorno passava ore sul bus dico che quel treno fa la differenza per gli studenti della vallata. C’è un forte rischio dispersione scolastica e non dobbiamo accettare che finisca così".