Una sola attrice in scena ad interpretare più personaggi, per una narrazione piena di poesia che coinvolge ed affascina il pubblico. Silvia Frasson sarà protagonista, domani alle 20,30 al Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino, di "Le voci della sera", dall’omonimo romanzo di Natalia Ginzburg, di cui ha curato l’adattamento e la regia. Lo spettacolo è nel calendario del Festival Intercity Winter 2025.
Non è uno dei romanzi più noti di Ginzburg, perché lo ha scelto?
"Ho iniziato a leggere Ginzburg da ragazzina e mi sono innamorata subito del suo modo di narrare le cose e di riportarle e, in particolare, de ’Le Voci della sera’. Continuavo a leggere questo libro e a rileggerlo e ho il ricordo di interi brani che recitavo come fossero le preghiere della sera. Questi pezzi sono i dialoghi tra i due protagonisti, Elsa e Tommasino, su cui è centrato il mio adattamento. Il romanzo, per i primi tre quarti, è quasi una saga familiare mentre nell’ultimo quarto c’è uno zoom e si arriva alla storia di Elsa e Tommasino. Quella parte mi è rimasta tatuata nel cuore. Ho pensato che mi sarebbe piaciuto portare in scena questi dialoghi. Era il classico sogno nel cassetto e per fortuna ci sono riuscita anche se la produzione è arrivata 7 anni dopo avere ottenuto i diritti".
Che cosa le piace della protagonista Elsa?
"Tutti i personaggi del libro in realtà mi piacciono. Forse Elsa la metto sullo stesso piano di Tommasino, voglio bene a tutti e due e quello che mi piace di loro è che si incontrano e si scontrano con questa visione della relazione e dell’amore. Una volta do ragione all’uno o all’altro. Credo che, alla fine, la loro relazione sia uno scontro tra una cruda realtà e un romanticismo, è difficile dire dove sia il vero e il giusto, ci sono due visioni diverse, però, sicuramente, quello che mi appassiona moltissimo è che è un romanzo sulle relazioni in generale e in particolare sull’amore".
Della scrittura della Ginzburg cosa ama?
"Che il suo è uno sguardo nudo, senza orpelli, senza giudizio".
Sandra Nistri