Luca
Santarelli
Buongiorno Avvocato, con l’accensione dei termosifoni torna un duplice incubo: stare al freddo e spendere comunque tanti soldi. Abito all’ultimo piano di uno stabile e da qualche
anno le spese condominiali relative a questa voce sono elevatissime. So di condividere un quesito che forse non ha soluzione, ma esiste un modo per risparmiare e non morire di
freddo? Grazie.
Gentile Lettrice, temo che non esista la ricetta magica. Infatti, da qualche anno, come scrive lei, è stato obbligatorio negli stabili che hanno gli impianti centralizzati dotare ogni radiatore di un contabilizzatore di calore ed una manopola che regola il grado di calore. Il primo appunto serve a contare la quantità del gas che viene utilizzato per riscaldare l’appartamento; con il
secondo strumento si può decidere di alzare o abbassare la temperatura in ogni singolo
vano della propria casa e questo determina il “consumo volontario. Questa è solo una
delle due voci che determina il costo del riscaldamento nel bilancio condominiale. L’altra è
il cosiddetto “consumo involontario” che è quello che sia ha a prescindere dalle scelte adottate dentro il proprio appartamento ed è legato alla dispersione. Dalla caldaia termica sino ad arrivare agli appartamenti vi sono tutti i tubi che corrono dentro i muri del palazzo e
poi ancora vi sono le mura perimetrali e l’ultimo piano. Nel suo caso, non solo
l’appartamento è più difficile da riscaldare essendo all’ultimo piano, ma per la stessa ragione la tabella millesimale del consumo volontario le vede attribuire più millesimi rispetto ai piani sottostanti. Se l’immobile è ben coibentato, occorre abituarsi ad avere temperature più basse negli appartamenti (18-19 gradi in luogo di 23-24) e mettersi una bella felpa, altre soluzioni per risparmiare non ce ne sono.
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