REDAZIONE FIRENZE

La scoperta dopo l’operazione: punta della fresa lasciata nel cranio, ospedale Careggi condannato

La vittima dovrà convivere per sempre con il pezzo di metallo nel cranio, non è più rimovibile. Risarcimento da oltre 163mila euro

Una sala operatoria (foto archivio Ansa)

Una sala operatoria (foto archivio Ansa)

Firenze, 21 marzo 2025 – Dopo un grave incidente in auto, è stata operata d’urgenza all’ospedale Careggi. Un’operazione definita salva vita: innumerevoli infatti erano le fratture cranio facciali della ragazza (allora 29enne), che nello scontro perse anche metà braccio. Dopo il primo, seguirono altri interventi maxillo facciali, per la ricostruzione di una parte del volto. Un inferno iniziato nel 2002 e che nel 2010 si è reso ancora più drammatico. Dopo le tante ’sessioni’ sotto i ferri, infatti, la ragazza, nel 2010, durante una risonanza magnetica, viene rilevata dai medici un corpo estraneo metallico nel cranio. È la punta di una fresa utilizzata in uno degli interventi eseguiti a seguito dell’incidente.

La ragazza – assistita dall’avvocato Sanua Principia –, decide così di fare causa a Careggi e al medico che l’ha operata. Nel 2013, in primo grado, i giudici gli danno ragione, condannando entrambi in solido al risarcimento di circa 30 mila euro. Ieri, però, la corta di appello di Firenze, confermando la sentenza, ha riquantificato il danno non patrimoniale come “conseguenza della malpractice medica” in oltre 163mila euro totali.

A pesare sulla decisione, anche il fatto che la vittima dovrà convivere per sempre con il corpo estraneo nel cranio. Non più rimovibile. E che per di più è posizionato in direzione del cervello. Il pezzo di metallo non provoca ulteriore dolore nella donna, ma comporta un “disturbo di ansia connesso alla acquisita consapevolezza” della sua presenza e del fatto che, per esempio, potrebbe provocare danni ancora più gravi in caso di caduta o di movimenti imprevedibili.

Pie.Meca.