Firenze, 24 settembre 2021 - In piazza Santa Maria Novella questa mattina il termometro segna 22 gradi e sembra una giornata di piena primavera. Anche per questo è gremita di manifestanti, di ogni età e genere, riuniti per la lotta all'emergenza climatica, perché di emergenza si tratta: con le temperature record raggiunte quest'estate e i sempre più frequenti disastri metereologici che hanno colpito tutta l'Europa, ignorare la situazione è ormai impossibile.
E così, nei punti nevralgici di ogni città italiana, si è svolto lo sciopero globale per il clima. "Chiediamo che vengano rispettati gli Accordi di Parigi, per restare entro 1.5 gradi evitando le conseguenze più gravi della crisi climatica", si legge nel comunicato stampa rilasciato dall'associazione Fridays for future, i principali organizzatori dello strike nazionale.
Le piazze italiane, quindi, si sono riempite di gente che rivendicava il proprio futuro, con numeri di partecipazione che quasi ricordano le manifestazioni ante Covid: si parla di migliaia di persone a Milano, più di 5000 a Roma.
Anche a Firenze il corteo è un lungo serpentone di centinaia e centinaia di manifestanti. Fra la folla soprattutto studenti, ma anche famiglie e anziani, a dimostrazione del fatto che la preoccupazione per il futuro riguarda tutti. Tantissimi i liceali che non sono andati a scuola per manifestare. C.B, di 15 anni, è in piazza perché ritiene ingiusto che il governo non stia affrontando questa crisi climatica «che sta rovinando il nostro mondo. I miei genitori sono molto fieri che io sia qui e probabilmente li ritroverò in mezzo alla folla».
Mentre, con professori che questa mattina hanno notato molti banchi vuoti «non ci siamo ancora confrontati, probabilmente ne parleremo domani in classe, ma sono fiduciosa».
«Siamo qui a manifestare perchè c'è bisogno di azione decisa e forte nei confronti della politica italiana e internazionale – afferma Mauro Cioci, 19 anni, di Friday For Future Pistoia - La situazione è migliorata dal 2018, quando per la prima volta è scesa Greta Thunberg in piazza, ma c'è ancora tantissimo da fare e siamo ancora a una grande distanza dal traguardo. Il passato ha dimostrato è che manifestare ha un grande effetto e che l'opinione pubblica può influenzare i politici».
«Tornare in piazza dopo il Covid è stupendo, c'è un'atmosfera bellissima e son contento che ci siano così tante persone dopo questo periodo – dice Edoardo Falchini, che di anni ne ha 23 ed è sceso in piazza con suo padre – Mio babbo mi ha trasmesso l'idea di lottare per le cose in cui credo, così è qui al mio fianco».
È una band ad aprire le danze, i Pulsar, che suonano strumenti a percussioni creati con lattine, contenitori del caffè e botti di plastica. «Con il nostro gruppo musicale sosteniamo lo sciopero suonando con materiale di riciclo e cercando di dare un messaggio con la nostra musica che riguarda noi giovani e tutti», afferma Diego Jacopini, 21 anni e membro della band creatasi all'interno del liceo musicale Dante.
Dopo la loro performance, il corteo inizia una lunga processione per Firenze: «La gente ci deve sentire, vogliamo svegliare la città, è tempo di ascoltarci!», dice un ragazzo al microfono, in piedi sul camion che anticipa la folla. I chiudifila sono alcuni ragazzi armati di guanti e sacconi: raccolgono cartacce e mozziconi che si lascia dietro la gente che manifesta, dimostrando a tutti che la protesta passa anche attraverso gli atti concreti.