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Frode dei ventilatori in piena emergenza La procura: "A processo i vertici Estar"

Sette milioni, versati dopo un accordo privato, ma i macchinari non arrivarono in tempo: a ottobre la dg Piovi davanti al giudice

FIRENZE

Era l’alba della pandemia, e la paura che le strutture sanitarie collassassero era tanta, e pure concreta. In questo contesto, l’Estar - il bancomat della sanità toscana - fece acquisti mirati a potenziare le terapie intensive, ma avventati. Per dei ventilatori polmonari si rivolse a un intermediario, pagò anticipatamente sette milioni di euro, ma quei presidi non arrivarono entro il termine previsto.

Per la procura, il direttore generale di Estar, Monica Piovi, la dirigente Marta Bravi, e l’intermediario, Giovanni Mondelli, avrebbero commesso i reati di falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici e inadempimento di contratti di pubbliche forniture. Il 12 ottobre, compariranno davanti al giudice, Sara Farini. Il procuratore aggiunto Luca Turco, ha infatti chiesto il loro rinvio a giudizio. Inizio dell’udienza preliminare il 12 ottobre prossimo.

Secondo le indagini, condotte dalla guardia di finanza, Estar aveva reso noto una manifestazione di interesse all’acquisto della fornitura di ventilatori, ma contemporaneamente avrebbe avviato una trattativa privata per acquistare 200 ventilatori polmonari dalla società Assoservizi srl con sede in provincia di Milano. Il pagamento dei macchinari da parte di Estar sarebbe stato effettuato in un’unica soluzione il 23 marzo con un bonifico da 7 milioni di euro. I ventilatori tuttavia non sarebbero stati consegnati entro il termine previsto, fissato per il 27 marzo 2020. Sempre in base alle indagini, tre giorni dopo, il 30 marzo 2020, Estar avrebbe emesso una delibera, firmata dal dg Monica Piovi, in cui stabiliva che avrebbe pagato alla Assoservizi i ventilatori: in questo modo, per l’accusa, si sarebbe affermato il falso poiché l’acquisto era già stato effettuato. Sempre in base a quanto accertato dagli inquirenti, contemporaneamente alla trattativa privata con la ditta di Milano, Estar avrebbe indetto una gara ristretta per l’acquisto dei ventilatori polmonari, convocando alcune ditte. Una delle offerte sarebbe stata giudicata idonea ma, sostiene l’accusa, Estar non l’avrebbe accettata perché aveva già acquistato i macchinari dalla Assoservizi. Per gli inquirenti, in una delibera - sempre del 30 marzo - il direttore area attrezzature di Estar, Marta Bravi, avrebbe motivato la mancata accettazione dell’offerta a sua volta affermando il falso, ossia che il fabbisogno regionale sarebbe stato coperto dalle forniture della protezione civile in realtà inadeguate. Così facendo, per l’accusa avrebbe nascosto l’acquisto dalla Assoservizi, avvenuto con pagamento anticipato, in assenza di delibera e senza effettuare controlli sulla società fornitrice. Nell’inchiesta risultano indagate per falso Piovi e Bravi, per inadempienza in pubbliche forniture Giovanni Mondelli, titolare di Assoservizi.

ste.bro.