REDAZIONE FIRENZE

Frode Iva, sequestro per 6 milioni

Bloccati conti correnti, due appartamenti, moto, quote societarie della Echoes, operativa nel settore hi-tech

Grosso sequestro, per 6,5 milioni, di 2 appartamenti, quote societarie, 400mila euro ritrovati su conti correnti, contante, veicoli di grossa cilindrata, in particolare una moto da 25mila euro, operato dalla Guardia di Finanza nei confronti di una Srl, la "Echoes", settore commercializzazione d’apparecchiature hi-tec (pc, tablet, memoria, software), sede operativa a Scarperia San Piero. Il provvedimento riguarda anche due soci amministratori e un terzo soggetto.

Il sequestro preventivo per equivalente, è stato emesso dal giudice delle indagini preliminari su richiesta del sostituto procuratore Fabio Di Vizio, all’esito di indagini su una presunta frode dell’Iva per l’ammontare della cifra suindicata. Decreto di sequestro eseguito da militari del Comando provinciale.

Indagine scaturita da una verifica fiscale dalle fiamme gialle della tenenza di Borgo San Lorenzo e attività sviluppata in Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia.

Nell’arco di "diversi anni" la Srl con avrebbe preso parte ad un ampio meccanismo di evasione all’Iva "con acquisti intra-europei di beni per più di 30 milioni". Nei rapporti coi fornitori comunitari si sono pare interposte 9 società (sedi a Roma, Milano e Napoli) che – secondo la Finanza – non avrebbero assolto gli obblighi di versamento delle imposte e che sono risultate: 1) del tutto inesistenti, 2) dedite ad altro; 3) rappresentate da soggetti di fatto estranei alla gestione. In un caso, una società risultava amministrata da un detenuto.

Si tratterebbe di una frode fiscale ‘a carosello’: comportamenti fraudolenti per evadere l’Iva, tramite l’utilizzo di società cosiddette cartiere, che producono fatture false per operazioni commerciali inesistenti. Imposat evasa attraverso passaggi di merce tra società di vari Paesi. Una frode attraverso un’operazione fittizia o inesistente tra varie società UE create allo scopo. La frode termina con la richiesta di rimborso Iva "assolta" (in modo fittizio) all’estero. I beni in realtà rientravano nei paesi di provenienza, Polonia, Olanda, Ungheria, Romania, Cipro e Repubblica Ceca, in parte anche attraverso altre ‘società-filtro’ in Lombardia, Veneto e nel Lazio.

Spiega il colonnello Dario Sopranzetti, comandante del Gruppo che "è stato fatto in modo che la gestione, la parte commerciale, l’operatività, non siano bloccate per non recare ulteriore pregiudizio. Si può saldare il debito con il fisco e continuare a lavorare in modo corretto. Il rientro in un percorso di legalità e la prosecuzione dell’attività, rappresentano il top della nostra missione".

g.sp.