Firenze, 26 aprile 2025 – “Questo tempo vale la pena di essere speso”. Si sono presentate in maglietta rossa con sopra la frase di Vittorio Bachelet, il giurista ucciso dalle Brigate Rosse chiamato da Giovanni XXIII e Paolo VI a rinnovare l’Azione Cattolica alla luce del Concilio, per salutare Papa Francesco in San Pietro. Lucia Borri, da Greve in Chianti, e Natalia Zoni, da Firenze, entrambe attive nelle loro parrocchie, quella grevigiana di Santa Croce e fiorentina di Ponte a Mensola, entrambe nella giurisdizione della diocesi di Fiesole, sono partite prima dell’alba di mercoledì per mettersi in coda con gli altri 250mila fedeli (fonte Sala Stampa Vaticana) che hanno reso omaggio al feretro del Papa delle periferie: famiglie con bambini, persone di tutte le età.

“Sì, è davvero valsa la pena spendere questo tempo”: dicono ora entrambe. “È stata una scelta personale presa durante la Veglia con il vescovo Stefano a San Giovanni Valdarno - continua Natalia, che a San Martino a Mensola è anche catechista - Una decisione un po’ così, con il desiderio di andare a ringraziare un amico, uno di famiglia. Certo, temevamo un’attesa estenuante, invece è andata bene”.
Arrivate all’inizio della fila poco dopo le 9, hanno fatto in tempo anche a vedere da lontano la processione con la salma del Papa salire sulla scalinata di San Pietro, “pensando - prosegue Natalia - a quante volte l’ha salita con le sue gambe”. Con le loro magliette addosso hanno attirato l’attenzione di un corrispondente del New York Times, che ne ha raccolto la testimonianza per l’edizione online. “Ci ha chiesto fra l’altro se avevamo paura. No, davvero. Ma di cosa poi? Abbiamo risposto. Gesù ce lo ripete di continuo di non temere, è una frase che nella Bibbia ricorre per circa 365 volte. Viviamo i giorni del Giubileo della Speranza. E speriamo, anzi siamo convinte, che i cardinali sceglieranno un Papa nel solco di quanto tracciato da Francesco. Dobbiamo tenere presente che quanto messo in pratica da questo pontefice non è un qualcosa di personale, ma ha preso in mano il Vangelo e l’ha messo in pratica. Adesso dobbiamo continuare così”.
Il momento più emozionante? “Giunta davanti al feretro, al termine della lunghissima navata di San Pietro che abbiamo iniziato a percorrere verso le 11, gli ho detto tre volte grazie - risponde Natalia - Mi è uscito da dentro pensando alle tre parole - grazie, permesso, scusa - che il Santo Padre amava ripetere”.
“A parte un po’ di fastidio per i video e le foto fatte dalle persone in fila, anche religiosi, con i cellulari, che noi avevamo spento entrando e abbiamo riacceso solo una volta uscite - aggiunge Lucia - è stata una giornata significativa. Abbiamo vissuto l’emozione di un percorso iniziato con un rosario e concluso con la Messa in basilica, nella quale, con il feretro del Papa alle nostre spalle, è stato proclamato il Vangelo dei discepoli di Emmaus. Io che all’inizio avevo pensato di non andare, mi sono ricreduta. Sì, è valsa davvero la pena spendere questo tempo”.
Lucia e Natalia, a mezzogiorno, erano ancora davanti alla salma del Santo Padre e così sono riuscite a partecipare alla prima liturgia di suffragio per Papa Francesco esposto davanti all’altare maggiore, celebrata in una delle navate laterali della basilica vaticana: “È stato un momento di grande commozione con la sicura speranza nella resurrezione. Abbiamo vissuto davvero un’esperienza significativa e unica, con le spoglie di Papa Francesco lì vicino, in un clima di profonda fratellanza, che fa davvero bene sperare per il futuro. Di tutti”.