REDAZIONE FIRENZE

Il falegname di Firenze che era Arsenio Lupin. Ha fatto sparire centinaia di opere d’arte dalle dimore di lusso

I carabinieri per la tutela del patrimonio culturale hanno censito 695 opere rubate tra dipinti, ceramiche, libri rari. Beni per un valore complessivo di 3 milioni di euro

La riconsegna delle opere recuperate dal Nucleo carabinieri per la tutela del patrimonio (foto Marco Mori/New Press Photo)

La riconsegna delle opere recuperate dal Nucleo carabinieri per la tutela del patrimonio (foto Marco Mori/New Press Photo)

Firenze, 14 ottobre 2024 – I carabinieri per la tutela del patrimonio culturale hanno recuperato 695 opere d'arte rubate in case private, per un valore di oltre 3 milioni, nell'ambito di accertamenti svolti nel corso di tre anni, in collaborazione anche con l'Fbi. Tra i beni ritrovati quattro piatti in ceramica della Manifattura Ginori realizzate in esclusiva per la Presidenza della Repubblica, un piatto della dinastia Ming tardo periodo Kangxi di fine XVII sec, un dipinto di Giovanni Fattori e il libro De Honesta Disciplina con firma autografa di Giorgio Vasari. L'operazione è stata illustrata da Claudio Mauri, comandante del nucleo carabinieri tutela del patrimonio culturale di Firenze, prima della restituzione delle opere ai proprietari.

L'attività investigativa è partita dalla denuncia, fatta nel 2021, del furto di un'opera libraria di Leonhart Fuchs, 'De Historia Stirpium Commentarii Isignes' (Basilea 1542), rubato dall'abitazione di un fiorentino tra il 2018 e il 2019. Il volume, individuato poi sul sito di una casa d'aste fiorentina, è stata poi sequestrato a Firenze a un antiquario veneto, ritenuto acquirente in buona fede. Dal recupero sono partiti poi accertamenti che hanno coinvolto, a vario titolo, 12 indagati.

Le perquisizioni a loro carico hanno portato al recupero di oltre 600 opere sottratte nel corso di un quinquennio da uno degli indagati durante lo svolgimento di piccoli lavori di manutenzione in case nobiliari. I beni sottratti venivano poi venduti sul mercato antiquariale italiano e, in alcuni casi, in quello estero. Mauri ha spiegato che "il mandante a vendere delle opere collaborava con una persona che all'interno di case nobiliari faceva lavori di falegnameria e all'insaputa dei proprietari portava via i beni. Stiamo parlando di circa 600 beni per il valore complessivo di oltre 3 milioni".