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“Per salvare il Galileo non si può sacrificare Gambassi”. Scuola, il Pd litiga sugli accorpamenti

Forte attacco dei Dem dell'Empolese Valdelsa: “Stupisce il silenzio della sindaca Funaro. Sarebbe questa la Toscana diffusa?”. E ancora: “La prossima volta a chi toccherà”.

Studenti in un liceo (Foto di repertorio)

Studenti in un liceo (Foto di repertorio)

Firenze, 11 novembre 2024 – Gli accorpamenti scolastici fanno litigare il Pd. "Per salvare il liceo Galileo di Firenze non si tocchi l'istituto comprensivo Gonnelli di Gambassi Montaione”. Così in una nota il segretario del Pd dell'Empolese Valdelsa Jacopo Mazzantini, che definisce “inopportune e imprudenti” le parole della consigliera comunale fiorentina e metropolitana del Pd Beatrice Barbieri, per aver “dichiarato pubblicamente che il mantenimento dell'autonoma dirigenza del Galileo richiedeva il sacrificio del Gonnelli”. 

“Il governo - ricorda Mazzantini - ha previsto l'accorpamento in Toscana di 14 dirigenze scolastiche e indicato il numero minimo di alunni, pari a 600, quale criterio per individuare quelli da accorpare. La Regione ha poi precisato, per ciascun territorio provinciale, il numero di accorpamenti”. E l'unico assegnato alla Città Metropolitana di Firenze “ha coinciso con il liceo classico Galileo di Firenze”. E’ a quel punto che “è iniziata una imponente campagna mediatica fiorentina in difesa dell'autonomia della dirigenza di tale istituto, in quanto liceo tra i più antichi d'Italia”. Il ‘salvataggio’ del Galileo è quindi andato a scapito del Gonnelli, che in origine avrebbe dovuto mantenere la propria autonomia.

Accusa Mazzantini: “Nessuno pareva essersi posto il problema di quale altro istituto avrebbe dovuto rinunciare alla propria autonomia scolastica per salvaguardare il Galileo". Ma sabato scorso le carte della Metrocittà si sono scoperte. E si è capito, denuncia sempre Mazzantini, che “la tutela del prestigioso istituto fiorentino verrebbe prima del diritto delle aree interne a vedersi garantiti quei servizi e diritti che dovrebbero essere il baluardo di un partito di centrosinistra come il Pd e di quello regionale in particolare che ha tradotto addirittura nella legge sulla Toscana diffusa questi principi”.

"Viene da chiedersi, registrato il silenzio nelle 24 ore successive, se la sindaca di Firenze avalli tali decisioni, che giungono ancor prima della discussione consiliare. Viene da domandarsi se sia stato, dunque, tutto già deciso. E da chi?", chiede sempre il segretario del Pd dell'Empolese Valdelsa. Che aggiunge: “Almeno dai consiglieri metropolitani del nostro partito ci saremmo aspettati tutt'altro approccio”. E conclude: “Non resta che attendere in aula i consiglieri metropolitani, fiorentini e non, per verificare se accetteranno di ratificare con il loro voto questa decisione presa altrove, scavalcandoli. In tal caso non ci saranno più dubbi. Perché se quando c'è di mezzo la storia e il blasone di Firenze, i diritti e i servizi del contado debbono abbassare la testa, allora la stessa Città Metropolitana non ha ragione di esistere. Ai consiglieri della piana, del Chianti e del Mugello dico di stare attenti, perché oggi vi si chiede di sacrificare l'Empolese Valdelsa, ma la prossima volta toccherà a voi”.