Garanzia e controllo, fumata nera. Invalidata l’elezione del presidente

La segretaria comunale Landi dà l’ufficialità: per il vertice serve la maggioranza assoluta non quella semplice

Garanzia e controllo, fumata nera. Invalidata l’elezione del presidente

L’elezione del presidente della commissione di garanzia è stata invalidata

Adesso è ufficiale: il voto sulla presidenza della commissione di garanzia e controllo è invalido. A sancirlo è stata la segretaria comunale, Patrizia Landi, che ha risposto all’interpello inviato via Pec dal consigliere di Scandicci civica, Stefano Pacinotti. Sulla questione del quorum, ha chiarito la segretaria, il regolamento prevede che il presidente sia eletto dalla maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto e non, come accaduto, dei presenti.

Quindi la prima votazione non è da considerarsi valida. Ma c’era anche un altro quesito presentato da Pacinotti, ovvero se fosse legittimo avere più di un candidato espresso dalle opposizioni. Secondo la segretaria comunale, il nome proposto per la presidenza dovrebbe essere "unico ‘e condiviso’ dalle minoranze", perché due nominativi non potrebbero mai raggiungere la maggioranza assoluta dei voti della commissione.

Il regolamento tuttavia non indica la strada da percorrere nel caso in cui non si arrivi a un nome ‘condiviso’ tra le minoranze, soprattutto se la maggioranza ‘scende in campo’ sostenendo uno dei due candidati come accaduto in città, provocando polemiche, accuse di inciucio da parte dei civici e controrepliche su libertà di voto data ai consiglieri da parte del Pd.

Il tema del contendere è tutto qua. Le opposizioni, che legittimamente possono decidere di non avere molto a che spartire tra sé, devono esprimere un solo nome.

Ma in questo caso qual è il parametro di scelta? I civici propongono il modello ‘Firenze’, dove il candidato è scelto dalle minoranze con una votazione. Sicuramente tocca al Consiglio comunale decidere perché la materia è demandata allo statuto e al regolamento dell’ente. "Di certo – ha detto Stefano Pacinotti – il criterio non è il voto della maggioranza che, il regolamento lo dice chiaramente e lo ha ribadito anche la segretaria, non può optare per il candidato gradito, altrimenti tradisce il rispetto dei valori democratici e la sacralità del risultato delle urne". Adesso tocca al presidente del consiglio Comunale, Gianni Borgi, rimettere insieme i cocci e capire cosa fare. Senza una decisione delle opposizioni, chiaramente la commissione è in stallo. Anche decidere di modificare il regolamento, ovviamente, immobilizzerebbe la commissione che rimarrebbe ferma fino all’approvazione dell’atto.