Gatti torna sul podio del Maggio. Brahms protagonista d’autunno

Al compositore saranno dedicati anche i concerti del 17 e 26 ottobre con l’esecuzione delle quattro sinfonie. Si parte domani in sala Mehta con il Requiem Tedesco e l’esibizione del soprano Rosalia Cid.

Gatti torna sul podio del Maggio. Brahms protagonista d’autunno

Gatti presenta. le quattro sinfonie di Brahms precedute dal Requiem Tedesco e conclude il centenario della morte di Puccini con una nuova Madama Butterfly

La stagione autunnale del Teatro del Maggio, giunta nel pieno della sua programmazione, riporta Daniele Gatti sul podio: tre settimane di intensa attività per il direttore principale che si appresta, con la fine del 2024, a concludere il suo mandato fiorentino. La stagione 2025 lo vedrà protagonista in un’unica occasione, con un concerto programmato nel maggio prossimo. Un triennio segnato da una profonda crisi dettata dagli sviluppi della crisi pandemica e finanziaria: un’istituzione che, come il maestro in più di un’occasione ha sottolineato, ha oggi definitivamente superato una malattia gravissima attraverso una lenta ma risolutiva convalescenza. Un risultato concreto al quale anche Gatti ha efficacemente contribuito attraverso una serie di produzioni di grande spessore, tra le quali spiccano i cicli dedicati all’esecuzione integrale delle sinfonie di Cajkovskij e Honegger e più recentemente, la pucciniana Tosca, che insieme ai tre concerti sinfonico-corali ha illuminato l’86° Festival. E adesso Gatti presenta in blocco le quattro sinfonie di Brahms precedute dal Requiem Tedesco e conclude l’anno del centenario della morte di Puccini con una nuova produzione di Madama Butterfly per la regia di Lorenzo Mariani, con quattro recite dal 24 ottobre al 2 novembre. Si comincia domani sera alle 20, in Sala Mehta con "Ein deutsches Requiem" op. 4, con il maestro alla testa di Coro e Orchestra insieme al soprano Rosalia Cid e al baritono Liviu Holender come solisti. Le altre due serate sono previste giovedì 17 ottobre alle 20 con la Sinfonia n.3 op.90 e la n.1 op. 68, e sabato 26 con la n.2 op.73 e la n.4 op.98. Il Requiem Tedesco rappresenta il frutto dell’esperienza di direttore di coro che aveva impegnato Brahms sin dalla giovinezza, ma incarna anche il lungo e sofferto percorso di sperimentazione che lo porterà al pieno controllo della forma sinfonica.

L’idea di comporre un requiem prese corpo dopo la scomparsa della madre, avvenuta nel febbraio 1865 e la versione definitiva vide la luce dopo più di due anni. Non si tratta di un’opera liturgica ma rappresenta piuttosto l’aspirazione dell’uomo alla pace eterna, discostandosi dal senso di terrore e di minaccia tipico della tradizione di matrice cattolica. La partitura si sviluppa su una serie di passi tratti dall’Antico e dal Nuovo Testamento selezionati e montati da Brahms in maniera del tutto personale. Eseguito in tre movimenti nel dicembre del 1867, il pezzo raggiunse la versione definitiva in sei parti solo nell’aprile successivo, quando riscosse un grande successo di pubblico dando una svolta decisiva alla carriera del compositore.

Chiara Caselli