Firenze, 24 gennaio 2016 - Vittima o carnefice? Sadica torturatrice di gatti, convinta che attraverso le sevizie agli animali si possano evocare i morti o vittima di un tam tam mediatico che le sta rovinando la vita? Cristina Bani, 49 anni, da oltre venti dipendente amministrativa dell’ospedale di Careggi, è al centro di una vicenda piuttosto intricata, sulla quale è ancora aperta un’indagine della polizia. All’inizio del 2014 il suo compagno, col quale avrebbe dovuto sposarsi da lì a due mesi muore per un’ischemia fulminante. Il dolore è forte, intenso, ingestibile. E Cristina riversa, più o meno consciamente, il proprio affetto verso dei gatti. Ne ha da molti anni uno ed inizia a chiederne in affido altri. Cuccioli abbandonati, o che fanno parti di oasi feline. Arriva ad averne tredici, alcuni tenuti in casa, altri nel giardino.
"Uno di questi cuccioli stava male" racconta la donna. "Così telefonai alla persona che me li aveva dati, mandandole delle foto e chiedendo spiegazioni. Da quel momento è scoppiato l’inferno. Mi hanno accusato di essere una torturatrice di gatti, di averne alcuni morti sepolti in giardino e di praticare stregoneria, questo solo perché preferisco i gatti neri agli altri". Su Facebook nasce un gruppo, "Cuccioli caduti nell’inferno", che raccoglie oltre diecimila contatti. "C’era chi l’ha offesa, chi ha minacciato di venire a tirargli dell’acido e chi di volerla violentare – afferma il legale di Cristina Bani, Niccolò Lombardi Sernesi –. Due volontarie animaliste di Barletta l’hanno aggredita e picchiata, c’è un referto medico per dieci giorni di prognosi". La donna viene fatta oggetto di minacce, Careggi decide di spostarla in un nuovo reparto. Telefonate, sms, e persino un volantinaggio. Nel frattempo c’è anche una perquisizione della polizia a casa della donna. "Due gatti sono stati presi in custodia dalle volontarie – continua Cristina Bani –. Altri mi sono stati sottratti nella notte da persone che hanno violato la mia proprietà". I quattro veterinari intervenuti, a vario titolo, nella vicenda, non hanno voluto rilasciare dichiarazioni ufficiali. Tutti si sono limitati a dire che sicuramente quei cuccioli non erano in ottimo stato di salute ma che è impossibile poter ammettere che vi fossero state delle sevizie.