Firenze, 15 novembre 2024 – «Si piglia un gelatino dal Ciolli?». E il pensiero della panna gelato, «la più buona del mondo» come l’ha definita ieri Michele Pierguidi, presidente del Quartiere 2, faceva impazzire subito chiunque al solo pensiero di ficcarci centro la paletta.
La mitica gelateria di Coverciano, nello slargo a due passi dal cinema Fiorella, è ancora lì ed è un monumento per tutto il rione. Ma da ieri, purtroppo, non c’è più chi per quasi mezzo secolo ne è stato l’anima e il sorriso.
E’ scomparso infatti Carlo Piattoli, un pilastro di dolcezza e simpatia del quartiere. La prima gestione di questa antica gelateria risale addirittura agli anni ‘30, quando ancora era chiamata ‘latteria’, ma è dal 1954 che la gelateria Ciolli, sotto la seconda gestione, è diventata uno dei punti di riferimento per il gelato tradizionale a Firenze.
Il negozio, che nel tempo – dettaglio straordinario – ha mantenuto l’aspetto e l’arredamento originali, si trova a due passi dalla chiesa San Michele a San Salvi. «Nel 1966 mio padre è diventato proprietario della gelateria - raccontò a La Nazione due anni fa il titolare Fabio Piattoli in occasione del contest organizzato dal nostro giornale per decretare il miglior gelato della città – ma siamo sempre rimasti fedeli al lavoro svolto dalla famiglia Ciolli, seguendo le loro ricette tradizionali e il metodo di preparazione artigianale».
Ed è proprio la tradizione che fa di questa gelateria un piccolo gioiello fiorentino, grazie a gusti talmente antichi, come la panna gelato o il torrone, che spesso sono difficili da trovare nei negozi più moderni. «Per noi - ci raccontò il proprietario - la particolarità sta proprio nel riscoprire i sapori di una volta, e i clienti apprezzano questa scelta».
Tantissimi ieri i messaggi di cordoglio digitati sui social quando la notizia è stata diffusa. Scrive così Elena: «È vero se ne va un altra persona storica di Firenze, io ho abitato in altri quartieri, ma Il Ciolli lo conoscevano tutti per i suoi gelati e la sua panna che era la fine del mondo!». Piccolo ricordo: il suo slargo Carlo amava chiamarlo ’piazza Ramazzini’.
E. B.