Un mondo che vogliamo aprire alle nuove generazioni. Perché i Giovani Wannabe, voglio diventare qualcuno, hanno dei sogni, delle speranze, che seguono con passione e impegno. Sono loro, ragazzi e ragazze, i protagonisti del terzo Festival di Luce!, coloro che puntano lo sguardo al domani con le consapevolezze di oggi. Presente e futuro. Perché ‘i ragazzi di oggi’ sono molto più avanti di noi, in tante cose, ma hanno bisogno di figure autorevoli che li ascoltino, che diano loro gli strumenti di interpretazione di una realtà difficile e spesso ostile come quella di oggi. Modelli di riferimento, punti saldi su cui contare non per essere giudicati ma guidati. È questo il senso del Comitato Scientifico di Luce!, che da tre anni, come un sentiero di lucciole (per citare Italo Calvino) guida l’operato del canale.
Torna a Firenze Francesca Vecchioni, presidente di Fondazione Diversity, scrittrice formatrice, è esperta di linguaggi inclusivi, hate speech e diritti civili, per affrontare uno dei temi più delicati e nel frattempo scottanti della nostra società, quello della violenza di genere. Racconta l’esperienza “provata” attraverso la realtà virtuale del visore Engine, il progetto della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa per sensibilizzare le nuove generazioni sul contrasto a questo fenomeno e alla discriminazione. Emozioni forti, indelebili, e solo simulate. "Dobbiamo far capire ai ragazzi, ai giovani uomini, che il consenso deve essere esplicito. Il consenso non si può presumere" afferma convinta l’attivista.
Con lei sul palco doveva esserci lvan Cotroneo, scrittore, sceneggiatore e regista, che per un problema ha dovuto rinunciare a partecipare ma ci tiene a lasciare un importante messaggio ai ragazzi: "Sono molto contento che la parola ‘luce’ quest’anno sia associata a ‘giovani’, perché mi fa pensare al futuro. I ragazzi che si impegnano nelle loro mille personali battaglie, sono migliori di noi. Ho fiducia nella loro volontà di cambiare le cose". Spazio poi al trailer del film “nata per te” di Luca Trapanese, assessore al welfare del Comune di Napoli, imprenditore sociale padre di Alba, una bambina di 6 anni con sindrome di Down. Un film che racconta la loro storia, quella di "una famiglia tradizionale perché fondata sull’amore" a dispetto di cosa ne pensano politica e co.
"In un momento così se non pensiamo in maniera positiva al futuro diventa dura guardare al giorno dopo anche per noi adulti, figuriamoci per i giovani – dice Luisa Bagnoli, Ceo Beyond Int. & Double Robotics Partner, imprenditrice, economista comportamentale e Senior Advisor sul talento –. Loro da sempre rappresentano il cambiamento e sembra sempre che vada peggio ma la storia dimostra che non è così". Anche Claudia Segre parla di confronto tra generazioni, "non solo nel linguaggio ma anche su tematiche come quella del rispetto e su come affrontare una situazione complessa come quella attuale dove ognuno è responsabile delle proprie azioni e delle interazioni con gli altri".
Per il sondaggista di Ipsos Nando Pagnoncelli, nonostante nel 2023 le pratiche di inclusione in Italia abbiano segnato una importante battuta d’arresto, e prevalgano preoccupazioni per la situazione economica e per il futuro, "una nota positiva è la ripresa significativa del capitale sociale, costituito dalle oltre 360mila organizzazioni no profit, un vero e proprio reticolo di realtà che operano nei più diversi settori, compreso quello del volontariato".
E il mondo dello sport, rappresentato da Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico, è uno dei settori dove le parole giovani e la luce dell’inclusione spesso riescono a convivere meglio. Lo dimostra "L’anno straordinario appena terminato, che ha portato alla piena realizzazione di una riforma storica, ossia l’ingresso delle atlete e degli atleti paralimpici nei Gruppi Sportivi Militari e dei Corpi Civili dello Stato". L’invito alle nuove generazioni del comitato, in fondo, è uno: continuare a crederci, continuare a lottare per un mondo che sia all’altezza delle loro aspettative.
Marianna Grazi