Il 12 settembre 1765 il granduca Pietro Leopoldo Asburgo Lorena, giovane rampollo di una delle famiglie più potenti di Europa, varca Porta San Gallo ed entra in città. Questo è l’inizio di una grande avventura: per un quarto di secolo, governerà il Granducato di Toscana e lo trasformerà in un vero e proprio laboratorio di innovazione e modernità.
A ripercorrere la vicenda di Pietro Leopoldo, dalla sua formazione alla corte di Vienna fino al ritorno in patria nei panni dell’imperatore d’Austria, è Eugenio Giani col suo libro “Pietro Leopoldo. Il Granduca delle riforme“, edito da Giunti Editore, che sarà presentato domani alle 18,30, al Cinema Teatro Giunti Odeon di piazza Strozzi. Insieme all’autore, introduce l’incontro Gabriele Ametrano.
Con uno stile davvero molto avvincente e un ritmo incalzante, Giani fa emergere la figura di Leopoldo quale governante visionario e riformatore ad emergere. Un sovrano così vicino agli ideali dell’illuminismo da attuare la più clamorosa delle riforme, ovvero abolire tortura e pena di morte.
Nessuno Stato al mondo infatti aveva ancora osato tanto come la Toscana dell’epoca. Dalle pagine di questo libro scaturisce un ritratto vivido, sfaccettato e profondo.