Se parliamo di giardini monumentali, a Firenze, il primo pensiero va indubbiamente a quello di Boboli. Nato come parco granducale di Palazzo Pitti, accoglie ogni anno oltre 800mila visitatori ed è uno dei più importanti esempi di “giardino all’italiana“ al mondo, ancorché perla per l’impostazione architettonico-paesaggistica e per la collezione di sculture.
Ma attenzione. Sapevate che proprio qui a Firenze c’è un altro giardino-parco, all’interno della città, che è il più grande d’Italia come struttura privata? Ebbene sì: è il Giardino Torrigiani, che si trova letteralmente a due passi da Porta Romana e al quale si accede da via dei Serragli e da via di Gusciana, quest’ultima adibita a parcheggio proprio sotto le mura medicee fatte rivedere e rafforzare dal granduca Cosimo I.
Siamo andati a visitarlo grazie all’opportunità offerta domenica mattina da “AnotherFirenze“ di Valerie Pizzera, che ha organizzato tutto, e dal marchese Vanni Torrigiani Malaspina, che ha aperto al pubblico il suo scrigno di verde e di monumenti per un tour guidato da lui stesso in modo molto coinvolgente.
La visita ben si è affiancata - per quanto casualmente - all’iniziativa “Firenze Antica“ che La Nazione propone ogni domenica mattina sui suoi canali social, con il caporedattore Alessandro Antico che in brevi video racconta curiosità di storia fiorentina medievale e rinascimentale.
Ma veniamo al giardino. I primi acquisti dei Torrigiani in questa zona dell’Oltrarno risalgono al 1531. Con il passare del tempo la famiglia ha via via ampliato e arricchito il parco di rarità botaniche e anche di edifici e statue a tema esoterico e romantico. Luigi de Cambray Digny dal 1813 fu incaricato poi di realizzare il nuovo giardino, nei cui lavori vennero coinvolti anche Gaetano Baccani e altri architetti ed esperti. Il tutto, dicevamo, a ridosso di ciò che resta della seconda cerchia comunale delle mura, delle quali ha parlato il nostro Antico nel corso del suo intervento durante il tour.
Mura tradizionalmente attribuite ad Arnolfo di Cambio, che però morì nel 1302 quando la loro costruzione (in questa parte della città, s’intende) sarebbe cominciata nel 1324, vale a dire ventidue anni dopo la scomparsa dell’archistar. Un piccolo “giallo“, dunque, che ha arricchito la relazione dedicata alle antiche mura fiorentine in generale, dall’epoca della colonia romana fino agli interventi dell’architetto Giuseppe Poggi in occasione dei lavori per Firenze capitale d’Italia.
R. C.