
Gibboni, il ’prodigio’ italiano. Giovane star del violino e amante delle arti marziali
"I concerti sono l’occasione per condividere la musica con gli altri e per me è una sorta di missione portare la ’classica’ a un pubblico sempre più ampio. Perché la ’classica’ non è musica per anziani o di nicchia: è per tutti". Parola del talentuoso Giuseppe Gibboni, la star del violino che oggi e domani debutterà con l’Orchestra da Camera Fiorentina, diretta da Giuseppe Lanzetta nei concerti in programma all’Auditorium di Santo Stefano al Ponte (ore 21). Ventitré anni ancora da compiere e una grande passione per le arti marziali, il musicista originario della provincia di Salerno è un vero prodigio: nel novembre 2016 ha partecipato al programma di Raiuno, in collaborazione con Unicef, ’Prodigi - La musica è vita’ vincendolo e venendo così nominato il ’Prodigio italiano’.
Gibboni, come nasce la sua passione per la musica classica?
"Provengo da una famiglia di musicisti: mio padre suona il violino, mia mamma è pianista e anche le mie due sorelle gemelle suonano il violino. Ho iniziato a tre anni e il mio primo maestro è stato ovviamente mio padre. Lo vedevo suonare questo strumento, un po’ ’strano’ per le forme, tante ore al giorno e mi ero incuriosito. In realtà, il primissimo strumento che ho provato è stato il violoncello. Ma l’ho abbandonato dopo un paio di mesi".
Come è riuscito a trasformare una passione in un mestiere?
"Per questo devo ringraziare i miei genitori che mi hanno sempre supportato. Io, fin da bambino, avevo ben chiaro che volevo fare il musicista, così mi sono sempre impegnato".
Che consigli si sente di dare ai giovani che vogliono intraprendere questa carriera?
"Di avere un approccio serio. La nostra è una società estremamente competitiva e quindi è bene fissare i propri obiettivi e raggiungerli in fretta, senza perdere tempo. La costanza è fondamentale".
Tra i tanti concerti che ha fatto, uno che le è rimasto particolarmente nel cuore?
"Tutti i concerti sono un’emozione indescrivibile, ogni volta la musica mi porta a conoscere e visitare luoghi meravigliosi. Ma sicuramente vincere il Premio Paganini e riportarlo in Italia dopo 24 anni è stato qualcosa di veramente unico che mi ha cambiato la vita".
Quando non suona, come trascorre i suoi 23 anni?
"Ho tante passioni, sono molto sportivo. Le arti marziali mi piacciono fin da quando ero bambino e se non avessi fatto il violinista magari avrei continuato a praticare karate. Mi piace il nuoto, vado in palestra e quando posso faccio escursioni in montagna".
E che musica ascolta?
"Tutta, compreso il pop e il rap. Il jazz mi rilassa molto mentre la classica mi distrae così evito di ascoltarla quando sono alla guida".
Per il debutto con l’Orchestra da Camera cosa proporrà?
"Il concerto per violino e orchestra di Paganini, la Sinfonia n. 6 di Pyotr Ilyich Tchaikovsky e, in apertura, il ’Valzer di Mezzanotte’ di Gianmarco Contini".