
di Titti Giuliani Foti
"Che dire? Quando mi hanno comunicato di aver vinto il Premio internazionale per la cultura intitolato a Giorgio La Pira sono rimasto senza parole. Prima per la motivazione e poi per chi ha ricevuto questo premio prima di me, un elenco impressionante che comprende anche Enzo Biagi e Sergio Zavoli e, in tempi recenti, Sigfrido Ranucci di Report e Maurizio De Giovanni".
Gigi Paoli, collega e amico, per quindici anni responsabile della cronaca giudiziaria nella Cronaca di Firenze, attualmente capo servizio della redazione di Empoli, è giustamente felice.
Giornalista e scrittore giallista di successo e padre quasi modello di Lucrezia, universitaria con cui vive: Il rumore della pioggia è stato il suo primo romanzo noir ambientato nel Palazzo di Giustizia di Firenze da lui ribattezzato Gotham City, che oggi quasi tutti gli addetti ai lavori chiamano così.
Gigi, quattro libri quasi cult, riconoscimenti vari e adesso il premio Giorgio La Pira.
"Sono emozionato e felice perché chiunque racconti delle storie non potrebbe non essere orgoglioso della motivazione per cui il Centro studi Donati, che ringrazio di cuore, mi ha assegnato il premio: fra le altre, bellissime, cose, ‘per la capacità di saper tradurre in testo la quinta essenza dell’essere umano nella sua complessità’".
Un riconoscimento straodinario per chi scrive e di fatto parla a persone invisibili e difficili da accontentare: i lettori.
"Non penso ci sia niente di più bello: riuscire a trasportare con le parole, sul foglio bianco, sentimenti, emozioni, sensazioni, nel bene e nel male. E penso sia una bella rivincita anche per la cosidetta narrativa di genere, troppo spesso e ingiustamente considerata di serie B. Non è vero, anzi proprio questo tipo di narrativa, dove il giallo non è fine a se stesso ma è un incastro nel mondo che ci circonda, è il modo a mio giudizio più immediato e diretto per raccontare la realtà, molto più di tanti saggi noiosi e prolissi".
Un premio che è anche un auspicio per sostenere chi scrive, chi ha idee chi ci aiuta a guardare oltre.
"E’ anche così. In questo momento soprattutto aggiunge valore al valore. Perché leggere, in questo periodo, è ancor più importante. I libri non sono una cura contro il Covid, magari lo fossero, ma di sicuro sono il più potente ansiolitico a disposizione dell’essere umano. Un ansiolitico e anche un ricostituente da cui ognuno di noi può trarre forza".
Ed è in lavorazione il prossimo episodio di questa serie originale e tua, amata soprattutto dai giovani. Anticipazioni?
"Sarà il quinto libro, intitolato Il giorno del sacrificio, e uscirà il 10 febbraio dopo che il lockdown ne congelò l’uscita ad aprile. Sarà un romanzo di oltre 400 pagine, ricco di emozioni, per il quale ho studiato molto e che mi auguro possa soddisfare le aspettative di chi mi ha letto in questi anni e attende il mio protagonista, il giornalista fiorentino Carlo Alberto Marchi, diventato un personaggio seguito con affetto". Chiudono i teatri ma per fortuna escono i libri: un modo per elaborare il lutto è leggere. Per sopravvivere.