REDAZIONE FIRENZE

Giletti-Baiardo, Cairo ascoltato in procura per la chiusura anticipata di ’Non è l’Arena’

Il presidente di Rcs Mediagroup sentito come persona informata sui fatti

Giletti-Baiardo, Cairo ascoltato in procura per la chiusura anticipata di ’Non è l’Arena’

Ieri i pubblici ministeri di Firenze hanno ascoltato per quattro ore come testimone Urbano Cairo (in foto), editore de La7 e del Corriere della Sera, in merito alla chiusura del programma ‘Non è l’arena’, e del caso Giletti-Baiardo, nell’ambito delle indagini sui presunti mandanti delle stragi mafiose del ‘92-‘93.

Al centro delle quattro ore di verbale, proprio la vicenda della chiusura anticipata della trasmissione televisiva, avvenuta a ridosso di una puntata speciale in cui il conduttore Massimo Giletti annunciava nuove rivelazioni sui rapporti tra mafia e politica.

I pm Luca Turco e il procuratore aggiunto Luca Tescaroli, titolari dell’inchiesta sui mandanti occulti degli attentati del ’92-’93, hanno chiesto i motivi dell’improvvisa sospensione del programma, che nelle ultime puntate aveva affrontato tra le altre cose la figura di Salvatore Baiardo, salito alla ribalta per aver “profetizzato” a Giletti la cattura della Primula rossa Matteo Messina Denaro, e considerato ‘uomo di fiducia’ dei fratelli Graviano, boss del mandamento palermitano di Brancaccio.

Secondo la ricostruzione dei fatti, Baiardo avrebbe promesso a Giletti di consegnargli una fotografia nella quale compariva Silvio Berlusconi insieme agli stessi Graviano. Una fotografia che, tuttavia, non è mai stata pubblicata, in quanto il programma ’Non è l’Arena’, per l’appunto, è stato cancellato dal palinsesto. L’affaire della fotografia è emerso a seguito di una conversazione intercettata per ordine della procura di Firenze, nella quale Baiardo parlava dell’immagine con Giletti in un bar. Lo stesso Baiardo, però, durante gli interrogatori ha negato di possedere quella foto.

Il 26 maggio scorso il Gip di Firenze Antonella Zatini aveva rigettato la richiesta avanzata dai pm Tescaroli e Turco con la quale richiedevano – il 28 aprile scorso – l’arresto di Baiardo, già condannato per favoreggiamento semplice nel 1997 ai due boss di Cosa Nostra Filippo e Giuseppe Graviano. I due pm fiorentin hanno anche accusato Baiardo di calunnia ai danni di Massimo Giletti e di aver fornito false indicazioni sulle reali ragioni dell’incontro avuto il 14 febbraio 2011 con Paolo Berlusconi, fratello dell’ex premier.