TITTI GIULIANI FOTI
Cronaca

Ginevra Elkann, "Magari" La storia di una famiglia in un film autobiografico

Proiezione dell’opera prima questa sera all’arena estiva di Villa Bardini. Tra gli interpreti Riccardo Scamarcio, Alba Rohrwacher e Milo Roussel.

di Titti Giuliani Foti

"Attraverso un lungo casting, abbiamo cercato tre bambini bilingue, che riuscissero a funzionare in squadra, piuttosto che come singoli personaggi. Per familiarizzare hanno trascorso molto tempo insieme, prendendo confidenza l’uno con l’altro". Pensieri e parole di Ginevra Elkann che sarà ospite della rassegna estiva ‘Cinema in Villa’ promossa a Villa Bardini anche dalla Fondazioni CR Firenze. E’ qui che questa sera alle 21,15, presenterà la sua opera prima "Magari", ispirata alla storia della sua famiglia. La regista racconterà circostanze e curiosità di questo film interpretato da Riccardo Scamarcio, Alba Rohrwacher, Milo Roussel, Ettore Giustiniani, Oro De Commarque, Céline Sallette, Benjamin Baroche e Brett Gelman.

"Magari" è una coproduzione italo-francese di Wildside con Rai Cinema, Tribus P Films e Iconoclast ed esce nelle sale italiane con Bim Distribuzione.

Ginevra, cosa racconta "Magari"?

"E’ una commedia sentimentale che mette in luce la storia di Alma, Jean e Sebastiano, tre fratelli molto legati, che da Parigi, città in cui vivono nel sicuro, seppur bizzarro ambiente alto borghese della madre di fede russo-ortodossa, si ritrovano scaraventati nelle braccia di un altro protagonista, Carlo".

Chi è Carlo?

"E’ il padre italiano, assente, anticonformista e completamente al verde, che non ha alcuna idea di come badare a se stesso, figuriamoci ai figli. Durante una vacanza di Natale passata in una casa al mare insieme a Carlo e alla sua collaboratrice Benedetta, in un momento di sospensione dalle loro vite vere, i nodi delle tensioni di famiglia vengono al pettine".

Come si diventata regista?

"Ho fatto un lunghissimo percorso, studiando regia: sono stata assistente di Bernardo Bertolucci per il film “L’assedio“ e assistente video di Anthony Minghella per il film “Il talento di Mr. Ripley“. Come produttrice ho lavorato in diverse società produzione per poi arrivare a fare un film mio".

Una storia autobiografica.

"Ci ho messo un po’ e mi ci sono buttata perchè questo racconto parte sì da uno spunto autobiografico, ma per diventare una storia se stante. Sentivo la necessità di raccontare queste piccole emozioni dell’infazia che sembrano piccole cose finchè la vita non te le ripropone dando loro il giusto peso".

Per iniziare?

"La difficoltà primaria e il passo più difficile è stata la la scrittura perchè il punto fondamentale è sempre scrivere una sceneggiatura che funzioni".

Essere regista è?

"Un mestiere che devi amare molto perchè dia i frutti a cui miri, un lavoro impegnativo che richiede tutto di te. Ma un lavoro bellissimo e di soddifaazione".