
Il governatore si appella al ministro. Il presidente in pectore: "Montato un caso"
Non si placa la polemica innescata dalle dichiarazioni, in consiglio comunale, del sindaco di Rio dell’Elba Marco Corsini (foto a destra), presidente in pectore della Fondazione Ginori, che ha definito senza mezzi termini una fregatura l’incarico conferitogli dal ministro della Cultura Alessandro Giuli e di un museo, in prospettiva, meno che scarso. Frasi che hanno suscitato la levata di scudi di istituzioni, sindacati, associazioni e partiti politici. "Dichiarazioni inadeguate, nel merito e rispetto al ruolo". Così ieri si è espresso il presidente della Toscana Eugenio Giani chiedendo al ministro alla cultura Giuli di tornare sui suoi passi e ripensare la nomina di Corsini a presidente della Fondazione. "Le dichiarazioni espresse in una sede istituzionale, come quella del Consiglio comunale di Rio, dal sindaco Marco Corsini – evidenzia Giani - sono francamente inadeguate al ruolo a cui Corsini è stato designato. Non è pensabile che chi dovrebbe presiedere questa istituzione si esprima nel mondo in cui si è espresso. Ritengo dunque che sarebbe opportuno da parte di Corsini rimettere questo mandato, visti anche i numerosi altri incarichi che ricopre". Giani non si rivolge comunque solo al sindaco di Rio nell’Elba ma direttamente al ministro Giuli. "Faccio appello al ministro – dice – affinché ripensi l’atto di nomina: quello di cui questo museo così prestigioso ha bisogno e a cui tutti noi teniamo è una persona che vi si possa dedicare e che abbia conoscenza del suo valore culturale".
Da parte sua il protagonista della querelle non ritiene, invece, di avere motivo per chiedere scusa: "In consiglio – dice infatti Corsini - ho risposto a un consigliere comunale del Pd che mi prendeva in giro parlando di un magnifico incarico e gli ho detto che, per me, questo incarico è una fregatura perché sono stracarico di cose da fare: faccio il sindaco, l’Avvocato dello Stato, il commissario del Governo e tutto a titolo gratuito. Ho detto anche più volte che il ministro mi ha fatto un grande onore a scegliermi, non volevo certo mancare di rispetto a nessuno. Io ero andato a chiedere qualcosa per il mio Comune e invece di ottenere il risultato voluto mi sono caricato di un altro incarico ma anche di una vagonata di insulti da parte di tutti. Sesto è una realtà che non conosco e in cui mi dovrò calare, non faccio polemiche. Il ministro mi ha fatto un onore, faccio le cose per spirito di servizio. Si è voluto montare un caso".