
La festa in via Gioberti (foto Umberto Visintini/New Pressphoto)
Firenze, 11 maggio 2015 - Da oggi via Gioberti avrà un occhio in più. Quello dell’associazione carabinieri in congedo che, come servizio di protezione civile, presidierà la strada fino al 30 giugno (per ora) a stretto contatto con le forze dell’ordine. La via, finita al centro delle cronache per la rapina choc alla gioielleria Grazzini, entro fine anno avrà anche tre telecamere.
"Stiamo lavorando con la prefettura — spiega il sindaco Dario Nardella — per elaborare un sistema di video sorveglianza che colleghi tutta la città. E’ disponibile un fondo di 250mila euro della regione e ci sono le risorse del Comune".
"E’ troppo tardi, noi il 28 giugno chiudiamo. Mio figlio stava per morire e ora è sotto choc: non ha più messo piede nella nostra bottega e nemmeno in questa strada", non ce la fa a trattenersi la mamma di Lorenzo, il gioielliere legato e picchiato. Nardella, che insieme ai dirigenti di Confcommercio e all’assessore Bettarini, ieri ha fatto visita alla famiglia Grazzini. E lancia un appello al prefetto Varratta per coinvolgere il ministro Alfano e "avere più agenti sul territorio".
"Firenze è una città internazionale, qui servono più uomini per controllare il territorio" dice il sindaco. In via Gioberti ieri si è svolta ‘Giobertilandia’, l’iniziativa sostenuta anche da La Nazione e Radio Toscana. "Questa è la risposta degli imprenditori di una strada che hanno avuto la forza di reagire" dice Tiziano Tempestini, direttore di Confcommercio Firenze. «Noi tutti - aggiunge Danilo Bencistà, presidente de ‘Le Cento botteghe’ – vogliamo andare avanti ma abbiamo bisogno di risposte forti». Le promesse e la tanta solidarietà manifestata non bastano a dimenticare: «Ci auguriamo — dice la sorella di Lorenzo — che quanto successo possa far riflettere sul tema della sicurezza: a Firenze non si vive più, il centro storico è allo sbando».
Rossella Conte