MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

Giorno della Memoria, la testimonianza di Andra e Tatiana Bucci all’Università di Firenze

Alle sorelle sopravvissute alla Shoah la rettrice Petrucci ha consegnato in Aula Magna la medaglia del Centenario

Andra e Tatiana Bucci

Andra e Tatiana Bucci

Firenze, 23 gennaio 2025 - Riconoscimento dell’Università di Firenze alle sorelle Andra e Tatiana Bucci, italiane di origine ebraica, deportate da Fiume nel campo di Auschwitz - Birkenau all’età di 4 e 6 anni. Nell’ambito di una iniziativa realizzata in collaborazione con Regione Toscana per il Giorno della Memoria, la rettrice Alessandra Petrucci ha consegnato questo pomeriggio in Aula Magna la medaglia del centenario dell’Ateneo alle due sorelle, prima della loro testimonianza. Il riconoscimento premia il loro contributo che “oltre ad essere missione di grande valore sociale – si legge nella motivazione - , integra in maniera significativa le conoscenze sulla prigionia nei lager, ed aggiunge alla ricostruzione della memoria un tassello importante” a riguardo delle “condizioni di vita dei bambini nel campo di sterminio, in particolare di coloro che furono risparmiati da una prima eliminazione con l’aberrante prospettiva di fare da cavie per la sperimentazione genetica sull’essere umano”. La cerimonia - a cui hanno partecipato anche Alessandra Nardini, assessora della Regione Toscana a Istruzione, Università e Cultura della Memoria, e Benedetta Albanese, assessora del Comune di Firenze alla Cultura della memoria e della legalità - è stata aperta dall’intervento di Luca Bravi, ricercatore in Storia della pedagogia e dell'educazione presso il Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letterature e Psicologia e membro del comitato di coordinamento del Memoriale delle Deportazioni. “La storia di Andra e Tatiana Bucci rispecchia quello che fu l’orrore delle deportazioni in Italia – ha sottolineato la rettrice Alessandra Petrucci - Le loro parole evocano la tragedia che si consumò nei campi di concentramento, affinché non sia mai dimenticata. È la testimonianza di chi, bambino, è sopravvissuto e ora dà voce a chi invece dai lager non è più tornato. Ma è anche il racconto della vita ‘dopo’, della difficoltà a riconciliarsi con la normalità e della volontà di mantenere vivo il ricordo, per diventare insegnamento per le giovani generazioni. Siamo loro grate di aver voluto condividere tutto questo anche con la comunità universitaria fiorentina”. “L’instancabile opera di testimonianza di Andra e Tatiana Bucci rivolta soprattutto alle giovani generazioni – ha dichiarato l’assessora regionale Alessandra Nardini - ha un valore immenso. Niente può avere lo stesso impatto emotivo sulle studentesse e gli studenti ed essere più potente del racconto di chi ha vissuto sulla propria pelle l'abisso più profondo dell'umanità. Quest'anno celebriamo l'80esimo anniversario della liberazione del campo di Auschwitz, mentre assistiamo a pericolosi rigurgiti nazifascisti che non vanno sottovalutati. Difendere la Memoria dai tentativi di negazionismo e revisionismo, diffonderla e attualizzarla è un preciso dovere delle istituzioni, della scuola e dell’Università. Ecco perché il riconoscimento alle sorelle Bucci di un Ateneo così importante per il sistema dell'Università e della ricerca, come l’Università di Firenze, è un atto significativo, un ringraziamento a chi ci ha fatto conoscere l'orrore della Shoah e di tutte le deportazioni nazifasciste, un impegno concreto di Memoria e di pace di cui oggi più che mai abbiamo bisogno”. Lunedì 27 gennaio, alle ore 9.30 la rettrice Alessandra Petrucci ricorderà gli universitari fiorentini allontanati da aule e cattedre a seguito delle leggi razziali, con la deposizione di una corona di alloro davanti alla lapide che si trova nell’atrio del Rettorato (piazza San Marco, 4). Nel prosieguo della mattinata al Conservatorio di Musica “Luigi Cherubini” (dalle ore 10 – Sala del Buonumore Pietro Grossi, piazza delle Belle Arti, 2) è in programma l’evento “Voci dalla notte”, letture dalle fonti dell’Archivio Storico dell’Ateneo a cura della Compagnia teatrale universitaria “Binario di Scambio”.