COSIMO ZETTI
Cronaca

Gioventù bruciata dall'alcol

Il commento

Cosimo Zetti

Cosimo Zetti

Firenze, 17 dicembre 2015 - ARRIVANO in ospedale senza sensi, intossicati dall’alcol, qualcuno in coma etilico. Hanno 15,16 e 17 anni. Certe volte anche 13 o 14. Bevono e ribevono, girano nei locali, acquistano alcolici e bevono ancora. Poi crollano in mezzo alla strada. Succede ovunque, soprattutto a Firenze, in pieno centro. Sabato sera una ragazzina di 15 anni è stata trascinata a casa da un’amica e poi ricoverata in ospedale dopo aver trascorso una serata ad altissimo tasso alcolico. Il minimarket dove ha acquistato i superalcolici è stato chiuso per 10 giorni. Ma il problema non è risolto. Impossibile sorvegliare tutti i locali o tirare giù la saracinesca dei minimarket. I controlli ci sono, è vero, ma non incidono più di tanto. Anche perché si possono controllare le licenze, la regolarità dei permessi, gli orari di apertura e chiusura degli esercizi pubblici, ma non è possibile piazzare un vigile in ogni bar per vedere se qualcuno vende alcol ai minorenni. Chi sbaglia deve pagare, ma il principio della libera imprenditoria non può e non deve essere toccato.

E allora meglio agire sulla prevenzione e sulla repressione. Da una parte, lezioni a scuola fin dalle elementari, confronto con le forze dell’ordine e sensibilizzazione degli insegnanti. Dall’altra multe salate e provvedimenti pesanti nei confronti di chi sgarra, sia che si tratti di commercianti, sia che si tratti di ubriachi al volante. Eppoi le famiglie, forse il nodo più delicato e importante di tutta la vicenda. Sta alle famiglie seguire i propri ragazzi, educarli, indirizzarli e renderli partecipi dei rischi che possono correre e delle conseguenze di certi comportamenti. Per la loro salute e per l’incolumità degli altri.