FIRENZE
Per ristrutturare e riaprire le Giubbe Rosse si è tentato di tutto. Perfino ricorrere alla finanza innovativa, con il recente progetto di crowdlending, cioè di prestito collettivo, attraverso una piattaforma digitale. Ma non è bastato. La riapertura del locale storico di piazza della Repubblica è ancora appesa ad un filo.
E’ arrivata come un terremoto l’operazione Hidden Partner, che ha portato a misure coercitive e interdittive per 12 indagati e 14 milioni di euro di beni mobili e immobili sequestrati. Coinvolti bar e ristoranti a Siena, Milano e, appunto a Firenze. Dove il re del petrolio, l’imprenditore kazako Igor Bidilo, finito nell’inchiesta, titolare del marchio Nannini e azionista di maggioranza di Sielna, è proprietario di Scudieri, ma anche delle Giubbe Rosse e, almeno fino a settembre dello scorso anno, del bar di Palazzo Pitti. Secondo alcune fonti, sarebbe stato intenzionato anche a fare altri acquisti in città. Così, sopratutto per i 25 lavoratori di Giubbe Rosse è l’ennesima doccia fredda. In parte a casa, sostenuti dal Fis, cioè dal Fondo d’integrazione salariale, e in parte tornati a lavorare nel caffè Scudieri, erano in attesa della riapertura del caffè di piazza Repubblica. Ma il bandone resta ancora una volta chiuso. Sono anni che è cominciato il lento declino dello storico caffè, nato nel 1897, nel Novecento ritrovo di letterati e artisti, come Papini, Soffici, Marinetti, Mario Luzi, Salvatore Quasimodo. Nell’ultimo decennio è passato di mano in mano. A fine 2018 la società Gr srl, che all’epoca lo gestiva, fallisce. Troppi i debiti accumulati. All’inizio del 2019 Firenze rischia di perdere per sempre lo storico locale. Sono ben tre le aste che vanno deserte, alla quarta è Scudieri International, partecipata dal gruppo Nannini che fa capo proprio all’imprenditore kazako, patron della società Sielna, a rilevare il locale. La riapertura delle Giubbe Rosse era stata annunciata per aprile 2020, poi slittata all’autunno a causa della pandemia e ancora rinviata. Troppe commissioni, incertezza sui tempi e difficoltà di accesso al credito sono tra le ragioni che portano Scudieri International, che nel 2019 registra un fatturato di 2,8 milioni, con un +7,6% rispetto all’anno precedente, e utili netti di oltre 145mila euro, in aumento dell’82% - ad affidarsi alla finanza innovativa per trovare le risorse necessarie alla ristrutturazione. La partecipazione all’operazione, con investimento minimo di 20 euro, è aperta a enti pubblici, società, privati cittadini, che poi riavranno, o dovrebbero riavere indietro, l’8% del prestito dopo 18 mesi. L’obiettivo, poi quasi raggiunto, era di trovare 250mila euro entro il 28 luglio 2020, su un investimento complessivo da 750mila euro. Ambizioso il progetto di rilancio e investimento di Scudieri International, che secondo quanto a suo tempo ha spiegato la stessa proprietà, punta a riportare alla luce l’antica tradizione del locale, ma anche a conservare i rapporti di collaborazione in essere con i circa 25 dipendenti. Previsti il recupero degli affreschi del 1920, l’adeguamento della cucina, il rilancio del locale come ritrovo di artisti e letterati, anche grazie alla costituzione un’associazione letteraria. Secondo quanto emerso da fonti sindacali, nell’ultimo incontro avuto, nell’autunno scorso, i lavori di ristrutturazione, pur con tutti i rallentamenti dovuti alla pandemia, erano partiti e nel 2021 il locale sarebbe stato finalmente riaperto.
Monica Pieraccini