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Conte a Firenze. Dalla sanità alla guerra, il leader 5 Stelle a ruota libera: “Riconoscere lo stato di Palestina”

“Non mi sento rappresentato da questo Governo”, ha aggiunto dal palco del teatro Niccolini

Teatro Niccolini, Giuseppe Conte (Foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Firenze, 28 maggio 2024 – Dal palco del teatro Niccolini a Firenze, il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte prosegue la sua campagna elettorale in vista delle prossime elezioni europee. Tanti i temi trattati, tutti di portata nazionale. Dalla sanità alla guerra, l’ex premier parla a ruota libera.

"Abbiamo avuto un governo codardo che per tre volte all'Onu si è astenuto sulle risoluzioni per la Palestina. Serve un immediato cessate il fuoco, e riconoscere la Palestina, dobbiamo insistere per due popoli due stati. Prendiamo un grande impegno, tutti i nostri candidati all'Europarlamento si impegnano per cinque anni ad essere sempre e comunque costruttori di pace in ogni atto e votazione, ha detto Conte. Aggiungendo di “non sentirsi rappresentato da questo Governo”.

E mentre sull’Ucraina si chiede che Meloni “venga a riferire in aula”, Conte parla anche del rischio di una guerra su larga scala. "Come siamo arrivati a questo, come siamo arrivati sull'orlo del conflitto mondiale? Sono preoccupatissimo, non mi posso rassegnare a un'Italia e un'Europa trascinata in guerra".

Per quanto riguarda invece il decreto sulla tassa sugli extraprofitti, “era da mesi che chiedevamo un intervento per il caro mutui. Di contro le banche si stanno arricchendo, e dopo l'emanazione del decreto sono arrivate due telefonate di banchieri e Meloni si è genuflessa e hanno riscritto la norma. Nella casse dello Stato sono entrati zero euro, mentre le banche hanno registrato 28 miliardi di utili. Dovremmo introdurre una tassa sugli extraproftti anche per le imprese belliche in questo periodo e per le imprese farmaceutiche nel periodo Covid".

Conte parla poi di sanità. "Sulla sanità stiamo ritornando al passato. Vogliamo scorporare gli investimenti in sanità dal patto di stabilità, ma la premessa è chiara: fuori la politica dalla sanità. Basta con le nomine in sanità condizionate dalla tessera di partito e dalle simpatie politiche"