Firenze, 17 novembre 2021 - "Il rischio di trovarsi di fronte all'ennesimo raggiro da parte di Melrose e in generale da parte di una multinazionale verso il nostro territorio è altissimo. E sarebbe grave se le istituzioni lo consentissero". A scriverlo i lavoratori della Gkn, in un post pubblicato dal Collettivo di Fabbrica, dopo che l'azienda ha annunciato tre manifestazioni d'interesse sullo stabilimento di Campi Bisenzio. "Come nel 2005 all'Electrolux, come nel 2018 alla Bekaert: Firenze, hai intenzione di farti raggirare di nuovo?", chiedono.
"Chiunque abbia intenzione serie su questo stabilimento qua troverà serietà, preparazione, professionalità, conoscenza di ogni metro della fabbrica. Noi siamo per la continuità produttiva, per una discussione reale sul futuro industriale di questo stabilimento, siamo pronti a farla, la stiamo già facendo. Gli unici finora ad aver parlato concretamente dello stabilimento siamo noi. Anche perché, qua siamo. E qua rimaniamo". Nel frattempo "la mobilitazione è l'unica cosa che ci salverà da eventuali raggiri".
Gli operai di Gkn citano Collodi. "Ci chiedete se siamo felici delle manifestazioni di interesse per lo stabilimento? Ovviamente sì, ma anche Pinocchio mentre seppelliva le monete d'oro era contento", scrivono, ricordando che non sentono il ministro dallo scorso 7 ottobre. ”Per quanto ci riguarda, finora non c'è stata nessuna trattativa. Se c'è stata – aggiungono – noi ne siamo completamente tagliati fuori".
"Se c'è qualcuno che sta trattando il futuro della nostra fabbrica sulle nostre teste, sappia - è il loro monito – che noi promettiamo rabbia. E chiediamo sin da ora scusa al territorio per ogni eventuale disagio futuro". Così, sottolineano, "il corteo di sabato mattina diventa ancora più fondamentale. A partire dalle 9 in piazza San Marco, Firenze mostra i muscoli perché nessuno osi portare avanti una trattativa farsa alle tue spalle".
La lettera "che Gkn ci ha mandato è già su tutti i giornali. Non ci stupiamo. Quella lettera ha un compito prettamente mediatico”, accusano. “Quello che vogliono dire è che già tutto cucinato, tutto deciso: basta che firmiamo la cassa integrazione di cessazione d'attività. Cioè il disimpegno totale e definitivo di Gkn. E che, se non accettiamo questo ricatto, riparte la procedura di licenziamento". Tuttavia "la cassa integrazione per cessazione d'attività non è lo strumento per la continuità produttiva. È lo strumento per far scappare Gkn in cambio di vaghe promesse".
In questo senso "un compratore serio e con un piano chiaro non ha nessun interesse alla cassa per cessazione d'attività, ma può comprare lo stabilimento e attivare una cassa ordinaria per riorganizzazione". La cassa per cessazione, quindi, "interessa solo a Melrose", il fondo inglese proprietario dell'impresa.
"Non ai futuri compratori". In pratica, fanno notare, "un advisor riceve un mandato da un liquidatore che a malapena conosce l'azienda e in qualche settimana trova tre compratori che nemmeno hanno visto lo stabilimento. E perché il futuro si realizzi, noi dobbiamo firmare la cessazione d'attività. E non solo, ma anche di corsa. Abbiamo già visto tutto questo, abbiamo già mangiato la foglia". “Basta giocare con la vita dei lavoratori Gkn e dare credibilità a soggetti improbabili", concludono.