BARBARA BERTI
Cronaca

Gkn, stabilimento venduto. La Rsu: "Speculazione immobiliare chiara". Qf: "Soldi per i lavoratori"

L’immobile ceduto il 12 marzo scorso secondo la ricostruzione degli operai. L’azienda conferma: "L’operazione sta consentendo il pagamento di emolumenti scaduti”

Gkn, stabilimento venduto. La Rsu: "Speculazione  immobiliare chiara". Qf: "Soldi per i lavoratori"

Lo stabilimento campigiano della ex Gkn

Campi Bisenzio (Firenze), 22 ottobre 2024 – Venduto lo stabilimento ex Gkn di Campi Bisenzio, ora Qf spa in liquidazione. La notizia arriva dalla Rsu ex Gkn che accusa la proprietà di speculazione immobiliare mentre il liquidatore Gianluca Franchi ribatte che la cessione è legata al pagamento degli emolumenti dovuti ai dipendenti. Un botta e risposta che passa attraverso la stampa e i media proprio alla vigilia del tavolo di crisi convocato in Regione per questo pomeriggio dove le parti in causa avranno l’opportunità di parlarsi a ’quattr’occhi’. "L’incontro è l’occasione per affrontare le varie questioni aperte. Quella è la sede giusta" ricorda Valerio Fabiani, consigliere per lavoro e crisi aziendali del presidente della Regione, Eugenio Giani.

In attesa degli esiti e dei chiarimenti del confronto odierno, la cessione dello stabilimento rappresenta un ulteriore tassello di una vicenda che pare essere senza fine. Secondo la nota diffusa dalla Rsu ex Gkn, lo stabilimento di viale Fratelli Cervi a Capalle (un’area complessiva di 80mila metri quadrati) è stato venduto il 12 marzo scorso da Qf Spa in liquidazione a due società, Tuscany Industry Srl (Ti) e Sviluppo Immobiliare Toscana Srl (Sit), per le quali "numerose evidenze suggeriscono una potenziale commistione tra questi soggetti e la stessa proprietà di Qf" sostiene la Rsu. "Avevamo previsto tutto e ora ne abbiamo l’ufficialità: la partita è stata probabilmente sin dall’inizio immobiliare ed è per questo che non comincia mai la discussione sulla reindustrializzazione" prosegue il sindacato interno.

"Se si tratta di un raggiro, coinvolge veramente tutti: lavoratori, territorio, Campi Bisenzio, Firenze, Toscana ma anche potenzialmente istituzioni e Tribunale del Lavoro. Non sappiamo, ad esempio, a che titolo oggi il liquidatore di Qf parli dello stabilimento o vi abbia acceduto finora, in alcuni casi addirittura coinvolgendo le forze dell’ordine" aggiunge la Rsu ricordando che quel 12 marzo si sarebbe dovuto tenere un incontro al Mimit tra le parti, poi rinviato perché nella mail di convocazione c’erano tutti gli indirizzi aziendali ma non quello del liquidatore. Un rinvio che già all’epoca i lavoratori avevano duramente criticato tanto da salire, per protesta, sulla torre di illuminazione della stazione ferroviaria di Santa Maria Novella. "Una coincidenza che ci dà da pensare e che se confermata si tratta di un fatto gravissimo di cui chiederemo conto all’azienda" dichiara la Fiom di Firenze che è venuta a conoscenza della vendita dello stabilimento a seguito di azioni legali intraprese da creditori.

Altro rinvio ’sospetto’: lo scorso 20 marzo si sarebbe dovuta tenere un’udienza in cui il Tribunale del lavoro avrebbe dovuto decidere l’istanza di sequestro conservativo dei beni mobili e immobili della società proposta da 43 lavoratori a tutela dei propri crediti. Ma quel giorno l’udienza non si è tenuta perché 48 ore prima il liquidatore aveva depositato un’istanza di ricusazione della giudice in questione. Il 22 marzo, sempre secondo la ricostruzione della Rsu, la compravendita è trascritta e il bene non è più di Qf e, dunque, sottratto alla richiesta di sequestro conservativo. La Rsu chiede, quindi, risposte su questa cessione: "Chi sapeva? Chi ha eventualmente coperto?".

Una prima risposta arriva dalla Qf Spa in liquidazione. "L’operazione stigmatizzata dalla Rsu è stata eseguita, con atto pubblico e in una logica ‘infragruppo’, al fine di reperire le risorse finanziarie necessarie per permettere alla Qf di far fronte al pagamento integrale degli emolumenti maturati e maturandi dai dipendenti" recita la nota. "Il ricavato di tale operazione ha già consentito e sta consentendo il pagamento di emolumenti scaduti nella misura di circa 4 milioni di euro", sostiene la società secondo cui "l’operazione ‘infragruppo’, stante lo stato di occupazione che impedisce alla società di essere finanziata dal sistema bancario, permetterà alla Qf di recuperare le risorse necessarie a pagare tutto il dovuto, restando ferma la imprescindibile destinazione a sviluppo industriale dell’insediamento produttivo". Nella nota, la società Qf in liquidazione conferma la disponibilità "a fornire un sito produttivo alla cooperativa per il suo piano industriale nei termini che verranno discussi con la Regione e le parti". Proposta che Rsu e sindacato hanno già respinto al mittente nei giorni scorsi.