"Un viaggio indietro nel tempo, quando la musica era ‘fatta a mano’ ed emozionante, riempiendo l’atmosfera con il suono vibrante di un’orchestra". Così Uli Plettendorff, direttore della Glenn Miller Orchestra, l’ensemble swing e jazz più amato al mondo che fa tappa a Firenze sabato prossimo (ore 20,45), al Teatro Verdi, con il ’Best of Tour’. Trombonista, direttore d’orchestra e compositore, autore di brani celeberrimi quali ’Moonlight Serenade’, Glenn Miller è stato uno dei più importanti e influenti musicisti del Novecento. E questo tour, che sta riempiendo i principali teatri del Vecchio Continente, coincide 80esimo anniversario della scomparsa del leggendario musicista che fondò l’orchestra nel 1938, lasciando un segno indelebile nella storia con arrangiamenti e brani che risuonano ancora oggi nei cuori di milioni di appassionati.
Direttore Plettendorff, che spettacolo presenterete?
"Il nuovo programma combina i più grandi successi del repertorio di Glenn Miller aggiungendo composizioni che ricordano altre star della ’Swing Era’ degli anni ‘40, ‘50 e ‘60, come Benny Goodman, Louis Armstrong, Tommy Dorsey o Ella Fitzgerald".
Come avete scelto i brani?
"Beh, ci vuole tempo e dedizione per trovare il giusto mix tra il vecchio e il nuovo, tra successi e perle meno conosciute. Ci piace ascoltare vecchie registrazioni e i membri dell’orchestra hanno sempre qualche suggerimento. Alla fine decido io come mettere tutto nel giusto ordine".
La musica swing pare avere un successo infinito, qual è il segreto?
"La ’Swing Era’ trasmette i sentimenti di pace e libertà dei decenni del Dopoguerra. Per me la musica swing ha lo stesso status della musica classica, ecco perché continuerà ad avere il suo posto nella storia della musica, proprio come qualsiasi altro stile musicale scritto e suonato da veri musicisti per un pubblico dal vivo e non da computer. La musica che suoniamo è ben composta e arrangiata e credo che gli ascoltatori possano percepirlo. Alla fine, è stata la Glenn Millers Army Airforce Band a portare la musica americana in Europa".
Quanto è difficile tramandare l’eredità di Glenn Miller?
"Il fatto che la musica di Glenn Miller renda il pubblico felice e allegro è qualcosa che mi ha colpito fin dal primo giorno in cui sono entrato a far parte dell’orchestra. Miller amava suonare per i suoi fan, non era interessato a essere ’la star’, voleva solo rendere felici i fan. Penso che questa sia l’essenza della musicalità ogni volta che sali su un palco. È sicuramente qualcosa che ho imparato attraverso la musica di Glenn Miller".
Barbara Berti