Nel 2024 in Toscana sono stati avviati appalti pubblici per un valore di 8,5 miliardi di euro, che rappresenta circa il 15% del Pil regionale e il 30% della spesa pubblica. Questo dato emerge dal Rapporto 2024 sugli appalti pubblici in Toscana, presentato ieri in Regione. Il mercato degli appalti ha ricevuto una forte spinta dai finanziamenti del Pnrr e dal Piano nazionale complementare, contribuendo alla crescita del settore. L’incremento del valore complessivo delle procedure avviate è stato trainato da un aumento del 5% nel settore dei servizi e del 4% nelle forniture, mentre l’importo totale dei lavori pubblici si è mantenuto stabile rispetto ai livelli già elevati del 2023, attestandosi a 3,7 miliardi di euro. Grazie ai vincoli imposti dai progetti Pnrr, si riducono i tempi medi di completamento di gara.
Per il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, la regione si conferma un’area dinamica ed efficiente. "La presentazione annuale del Rapporto consente di garantire trasparenza e monitoraggio delle procedure, grazie anche agli strumenti digitali a disposizione del territorio. È essenziale vigilare sull’uso dei fondi pubblici e questo documento offre la prima fotografia attendibile dell’impatto del nuovo codice degli appalti, in vigore da luglio 2023".
Dal punto di vista economico, il 2024 ha registrato un rafforzamento della quota di appalti aggiudicati da imprese toscane, in particolare dalle piccole e medie imprese. Solleva preoccupazione l’innalzamento delle soglie per gli affidamenti diretti, che potrebbe determinare un possibile aumento dei rischi legati a trasparenza e legalità. Rispetto al 2016, la regione ha visto un incremento di circa 500 procedure aggiuntive per lavori pubblici per ogni milione di residenti, con una crescita della spesa pro capite da 215 a 995 euro.
I comuni e le società a partecipazione pubblica sono stati i principali attori di questa ripresa, rappresentando insieme l’80% della domanda di lavori pubblici. Questo anche se nel 2024 l’importo complessivo dei lavori avviati dalle amministrazioni comunali è calato del 41% rispetto al 2023 e del 33% rispetto al 2022, dopo il picco di attività legato al Pnrr. A mantenere alti i livelli di investimento sono state le società a partecipazione pubblica e i concessionari di reti e infrastrutture, con un aumento del 50%. Tra i progetti, gli interventi di Rfi sulla manutenzione dell’armamento ferroviario e il metanodotto Foligno-Sestino e Livorno-Piombino realizzato da Snam Rete Gas.
Monica Pieraccini