"Facciamo la loggia Isozaki, non un muro verde". Ance Firenze, Ordine e Fondazione degli Architetti di Firenze e Fondazione Michelucci tutti insieme per ribadire (gli architetti lo dicono da tempo) che si deve portare a termine il progetto della loggia di Isozaki, che vinse regolarmente nel 1999 il concorso internazionale. Sul tema è stata inviata una lettera aperta al ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano – che domani sarà a Firenze – e al sindaco Dario Nardella. L’ipotesi, annunciata dal sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, di creare un ‘muro verde’ in sostituzione alla loggia è, si legge, "un nuovo passo indietro. Il ‘muro verde’ è poco contestualizzato e di difficile manutenzione, come già sperimentato a Firenze nel recupero del complesso delle Murate. Non ci sembra davvero una valida alternativa per Firenze e per il patrimonio architettonico nazionale, nonostante accarezzi l’anima green di tutti noi". Architetti, Ance e Fondazione Michelucci hanno fatto un appello a Sangiuliano e Nardella: "Confidiamo che possiate andare oltre le polemiche e, dopo un quarto di secolo, realizzare l’opera senza ‘se’ e senza ‘ma’. Ne va anche della credibilità, a livello internazionale, dello strumento della procedura concorsuale". Un appello a cui ha risposto subito il sindaco Nardella: "Incontrerò i firmatari", ha detto. E poi è stato molto deciso: "Ho garantito collaborazione sia al ministro Sangiuliano che a Sgarbi ma ho ribadito che la posizione del nostro Comune è quella esprimere un giudizio solo quando avremo visto un progetto chiaro. Per il momento si parla soltanto di alcuni elementi di decoro, credo che due fioriere e tre piante non bastino a compensare il vuoto che si verrebbe a creare con la rinuncia del progetto Isozaki. Credo che l’unica condizione per poter sostituire Isozaki sia quella di fare un concorso internazionale dello stesso valore e significato".
Anche secondo il presidente della Regione Eugenio Giani è necessario "prendere una decisione". Tornando alla lettera, per i sottoscrittori "realizzare questo progetto diventa una questione di principio oltre che culturale, e per farlo è necessario dimostrare coerenza nelle scelte per lo sviluppo urbanistico di Firenze, aprendo le porte all’architettura contemporanea progettata in questo caso dall’architetto Isozaki. E’ necessario che ci si assuma la responsabilità di portare a termine un progetto che attende da troppi anni". Per questo i sottoscrittori della lettera si sono resi disponibili "a organizzare un convegno sul tema ‘Architettura contemporanea e città storiche’ e promuovere una serie di attività culturali per valorizzare il dialogo e il confronto".
Niccolò Gramigni