Gli intoccabili della sosta. Parcheggiatori abusivi padroni delle Cascine: "Fino a 50 euro a posto"

Il nostro viaggio con i residenti nell’area posteggio di piazzale Vittorio Veneto. La denuncia: "I turisti sono le principali vittime, spesso ci minacciano".

Gli intoccabili della sosta. Parcheggiatori abusivi padroni delle Cascine: "Fino a 50 euro a posto"

Il nostro viaggio con i residenti nell’area posteggio di piazzale Vittorio Veneto. La denuncia: "I turisti sono le principali vittime, spesso ci minacciano".

di Carolo Casini

Non bastavano droga, furti, aggressioni, finestrini rotti. A tartassare i residenti di piazzale Vittorio Veneto ci sono pure i parcheggiatori abusivi. Posteggiatori che per la verità il vero business lo fanno con i turisti, più facili da gabbare, non di rado lasciano pure false ricevute. Ad accendere i riflettori sul fenomeno, radicato da anni, è la pagina Facebook ‘Spaccate Piazza Vittorio Veneto’, dove i residenti esasperati denunciano le condizioni di degrado della zona. Per capire il disagio, non resta che provare. Lato via Luciano Berio: le macchine sono parcheggiate nel tratto di strada verso la tramvia, perché qui la sosta non è regolamentata. Lato statua equestre il parcheggio è sempre vuoto e non ci sono abusivi. D’altronde questa parte è nota per essere la bocca dell’inferno del viale degli Olmi, piazza di spaccio dalla quale ormai i residenti girano alla larga (e dove preferiscono quindi non parcheggiare l’auto).

Spunta un raggio di sole e dalla parte opposta del piazzale si comincia a vedere un gruppetto di parcheggiatori abusivi. Con noi in auto sale anche un residente che ci fa da Cicerone. Ma vuole rimanere anonimo: qui la tensione dei fiorentini con quegli sgraditi vicini è alle stelle: "Stanno nel lato del piazzale verso il centro, stamani c’erano pure altre due auto con il vetro rotto. Arrivano verso le 9 in bici o a piedi, spariscono un’oretta per la pausa pranzo – racconta – e smontano alle 19. Spillano ai turisti 10, 20, a volte anche 50 euro per la giornata, scrivono pure l’importo sulla ricevuta, in molti credono che sia personale del Comune: danno persino indicazioni turistiche per raggiungere i monumenti".

Imboccato l’ingresso del parcheggio tra Ponte alla Vittoria e il centro, il gruppetto circonda l’auto, sono quattro: "De qua dotto’!", dice uno dei tre italiani con accento campano. L’altro invece è straniero, un po’ più giovane, e fa cenno di seguirlo, dà l’impressione di essere il ‘garzone’. Proseguiamo a passo d’uomo, ci seguono per un pezzo. Li fa desistere un’auto di turisti, prede più semplici e remunerative. Si vedono alcune ricevute dietro i parabrezza: niente più che i tipici bigliettini per le riffe: qualche ignaro turista ci è caduto. Il bello è che questo parcheggio, come segnalato da cartelli e strisce bianche, è riservato ai residenti della Zcs 1: quindi se dovessero passare i controllori della sosta, quelli veri, gli automobilisti si troverebbero a dover pagare anche una multa, oltre all’odioso obolo. Fatto non secondario, per i residenti esasperati che si vedono togliere spazi dall’opera dei parcheggiatori.

"C’è un gruppetto storico di napoletani – spiega ancora –, di cui il capobanda è un uomo affabile con la barba bianca, poi si sono aggiunti degli extracomunitari, più aggressivi. In passato mi hanno minacciato sostenendo che noi residenti scacciamo i clienti".

La gran parte dei parcheggi blu, quelli a parchimetro, dove possono sostare tutti, sono sul lato opposto del piazzale, lato Cascine. E i turisti, un po’ ingannati da Google che segna il parcheggio di qua, un po’ per vicinanza, un po’ perché raggiungere l’altra sponda impone un giro disagevole almeno quanto gli abusivi, si concentrano lato centro: c’è infatti da percorrere tutto il controviale Rosselli e, superata Porta al Prato, il cordolo impedisce di raggiungere lo svincolo che fa imboccare il viale in direzione opposta, quindi si deve fare tutto il girotondo della Fortezza.

L’alternativa è l’imbuto di via della Scala. Testiamo e va anche bene rispetto al solito: ‘appena’ 12 minuti e 2,5 km per fare cento metri in linea d’aria. Test finito? Macché. Un’ora dopo richiama il residente: "Quando sono sceso, ho sentito suonare l’allarme di un’auto: mi sono avvicinato, c’era il vetro rotto e una donna a frugare, si è allontanata vedendomi. Poco dopo un vicino mi ha detto che si era nascosta nel loro palazzo".