Stefano
Grifoni
Considerando una vita media di 70-80 anni, viviamo ad occhi chiusi per circa 30 anni, battiamo le palpebre circa 20 volte al minuto,10 mila volte al giorno e più di sei milioni di volte l’anno. Quando ci concentriamo sgombrando la mente dai pensieri inutili istintivamente chiudiamo gli occhi. Chiudiamo gli occhi per ridere e per piangere. Chiudere gli occhi può avere tanti significati: quello di non vedere ciò che succede intorno a noi e quindi di percorrere un sentiero che ci può fare precipitare nel vuoto dell’angoscia, oppure fare una cosa a occhi chiusi può indicare una piena conoscenza di quello che si sta facendo e compierlo senza alcuna esitazione. Gli occhi si chiudono per gustare pienamente alcuni momenti: quelli dell’ascolto di una musica, dell’amore, della preghiera. Si tengono gli occhi chiusi in modo da isolarsi dal mondo esterno, dalle sue vicende e dalle immagini talvolta terribili di una guerra praticando un esercizio utile per liberare l’anima e anche il corpo da mille pensieri negativi. Tutti abbiamo la necessità di ritornare in noi stessi e spesso lo facciamo isolandosi da ciò che ci circonda. I malati cronici che stanno per morire chiudono le palpebre quasi come se nella morte trovassero un segno di resa o un riposo meritato. Nella morte violenta o improvvisa è più probabile che gli occhi rimangano aperti. Si chiudono gli occhi per dormire e per sognare. Adamo dormiva il giorno in cui perdette la famosa costola, nelle scritture e nella tradizione cristiana i profeti mistici e santi, dormendo ricevevano premonizioni e preziosi messaggi. Chiudere gli occhi ha un impatto importante nell’aiutare il cervello a riportare alla mente ricordi importanti. Nella vita di ognuno c’è sempre il profumo di un amore e il sapore di un bacio che non si dimentica e che ti ruba l’anima anche se per un instante Basta chiudere gli occhi.