Il grado di civiltà di una città, nel ventunesimo secolo, si misura anche dal grado di parità e pari opportunità di genere sul luogo di lavoro, si potrebbe dire parafrasando Fedor Dostoevskij. E Firenze, prendendo come campione Palazzo vecchio e i suoi dipendenti, non se la passa poi così male. A partire dal numero di dirigenti presenti nell’organico della macchina comunale: composta dal 50 per cento da manager donne e dall’altro 50 per cento da manager uomini. Le donne dirigenti, inoltre, in media guadagnano l’11,05 per cento in più dei colleghi uomini, rispettivamente 88mila e rotti euro contro i circa 78mila dei secondi.
A sottolinearlo è la relazione 2023 del Cug, il Comitato unico di garanzia che opera all’interno delle amministrazioni al fine di assicurare, nell’ambito del lavoro pubblico, parità e pari opportunità di genere, la tutela dei lavoratori contro le discriminazioni e il mobbing. Nel rapporto, che tratta i dati del 2022 ed è stato pubblicato ad aprile, si osserva però che, salvo per le dirigenti, la medie degli stipendi – suddivisi per genere e calcolati includendo il trattamento accessorio – per le donne dipendenti a tempo pieno risulta inferiore a quello degli uomini, in ogni tipo di inquadramento.
Il divario economico più netto è per la prima fascia di dipendenti: con gli uomini che guadagnano oltre 23mila euro l’anno e le colleghe donne circa 22mila, per un buco di 1.550 euro che incide non poco sul patrimonio personale. A questi numeri, vanno comunque affiancate le statiche in merito al tipo di contratto in essere. Sono infatti cinquanta gli uomini che usufruiscono di modalità lavorativa in part-time, pari al 3,2% del totale del personale maschile totale (nel 2022 erano il 3,6%), contro le 271 donne che usufruiscono della cosiddetta mezza giornata, pari al 10,8% del totale delle dipendenti. Le donne in part-time sono quindi oltre il quintuplo degli uomini in part-time.
Una rappresentanza, quella femminile, che nella composizione delle commissioni di concorso è stata nettamente prevalente rispetto a quella dei colleghi uomini. Fin troppo, spiega la relazione: "I commissari uomini coinvolti nell’anno 2022 sono stati 13 – si legge –, mentre i commissari donne sono state 23. In alcune commissioni si rilevano alcune situazioni di squilibrio, a favore della rappresentanza femminile".
Dalle tabelle del 2022 emerge anche uno sfoltimento della flotta dei dipendenti del Comune, che sono 4066 contro i 4192 del 2021. Di questi: i dipendenti a tempo indeterminato sono 3929 e quelli a tempo determinato 137 (nel 2021 erano rispettivamente 3956 e 182). Insomma, un bilancio che mette in buona luce l’amministrazione, ma che può essere migliorato, sopratutto al capitolo stipendi per delle dipendenti donne senza ’grado’.
P.M.