Barbara Berti e Teresa Scarcella
Cronaca

Il glossario della violenza: “Bella e brava”, “Se l’è cercata”. Così si manifesta il patriarcato

L’appello dell’attore Stefano Massini per far partire il cambiamento dal linguaggio. Ecco allora i termini da dimenticare e quelli invece da urlare ogni giorno, contro l’indifferenza

Firenze, 25 novembre 2024 – Le parole creano e distruggono, danno esistenza e cancellano. Per fortuna cambiano, si adeguano alla società, ma a volte lo fanno a fatica, in ritardo, per via della reticenza della società stessa. Ed ecco perché oggi, che le donne stanno prendendo gli spazi che spettano loro, che reclamano di essere riconosciute, viste e guardate (non sessualizzate), di essere rispettate, è giusto che il linguaggio a loro riferito si adegui ad una nuova sensibilità. È il senso del discorso che ha voluto fare ieri Stefano Massini durante la manifestazione a Firenze: “Prima di dire no alla violenza, dobbiamo dire no ad una serie di frasi fatte con cui ci riempiamo la bocca ogni giorno”. Allora prendiamo spunto dalle parole del noto drammaturgo, per stilare l’inizio di un nuovo glossario, partendo proprio da quelle che lui stesso ha citato da piazza della Signoria.

Da sinistra, Benedetta Albanese, assessora fiorentina alle Pari Opportunità, la sindaca di Firenze Sara Funaro, Agnese Pini, direttrice di Qn-Quotidiano Nazionale e lo scrittore Stefano Massini
Da sinistra, Benedetta Albanese, assessora fiorentina alle Pari Opportunità, la sindaca di Firenze Sara Funaro, Agnese Pini, direttrice di Qn-Quotidiano Nazionale e lo scrittore Stefano Massini

AUGURI E FIGLI MASCHI

Perché mettere al mondo uomini è meglio, dopotutto sono loro quelli chiamati a portare avanti la stirpe, ad ereditare l’azienda familiare, sono loro ad aiutare economicamente nel caso del bisogno perché saranno loro che andranno a lavorare. No.

UNA DONNA CON LE PALLE

Per indicare una donna forte, di carattere. Come se la forza e il coraggio fossero frutti del testosterone, quindi una prerogativa degli uomini. No.

È LEI CHE PORTA I PANTALONI

Sulla scia della frase precedente, anche questa vuole indicare che il comando e la gestione siano compiti degli uomini. Le donne, raffigurate nell’immaginario collettivo in gonnella, avrebbero quindi un ruolo marginale, ancillare. Possibilmente con le gambe scoperte, così da poter essere ammirate nella loro femminilità. No.

BELLA E BRAVA

Perché una donna è prima di tutto ciò che appare. Come si prende cura di sé. Giudicata costantemente per il suo aspetto estetico. Poco importano le sue capacità intellettive e/o lavorative, il suo corpo è ciò che fa la differenza. No.

COME ERA VESTITA?

In gonna, sì, ma non troppo corta. Altrimenti la donna, da creatura elegante, diventa subito ammiccante, provocante. Attirerebbe consapevolmente gli sguardi degli uomini, considerati predatori per natura, e in alcuni casi anche le mani addosso. E questo si collega alla frase dopo. No.

SE L’È CERCATA

Perché una donna che provoca, stuzzica, non dovrebbe poi pretendere di essere rispettata. Anche se il suo atteggiamento non significa consenso, la donna non avrebbe il potere di difendere il proprio spazio, la propria intimità. No.

Poi ci sono le parole che facciamo fatica a dire, che invece andrebbero urlate.

FEMMINICIDIO

Come ha ricordato dalla piazza fiorentina la direttrice Agnese Pini, è una parola nata non più di quindici anni fa, segno evidente di una presa di coscienza tardiva di un fenomeno che è diventato un’emergenza. E’ l’assassinio di una donna, uccisa da un uomo in quanto tale, perché considerata un oggetto dal suo aguzzino su cui rivendicare la proprietà.

PATRIARCATO

Senza scomodare tempi passati di cui non si ha nostalgia, il termine in senso esteso è utilizzato per indicare tutta una serie di pregiudizi sociali e culturali, come quelli elencati sopra, che pongono le basi per un atteggiamento di prevaricazione, a volte violenta, messa in atto dagli uomini nei confronti delle donne.