Grande Boucle, allerta massima per i pro Palestina e gli eco vandali

Gruppi antagonisti a Firenze minacciano di interrompere il Tour de France con contestazioni pacifiche, portando bandiere palestinesi e slogan ecologisti. La Digos monitora da vicino la situazione.

Grande Boucle, allerta massima per i pro Palestina e gli eco vandali

Grande Boucle, allerta massima per i pro Palestina e gli eco vandali

Massima attenzione per il Tour de France. A pochi giorni dall’evento di portata storica, con partenza da Firenze e arrivo a Nizza, scatta l’allarme sicurezza. Sui social e nelle chat dei gruppi antagonisti corre veloce la convocazione alle contestazioni previste per l’evento. L’obiettivo? Interrompere la corsa, invadendo le strade con bandiere della Palestina o slogan ecologista. A covare un piano di contestazione pacifica sono infatti i gruppi che in questi mesi hanno affollato le piazza fiorentine armati di Kefiah e striscioni anti Israele o pro pace. A fargli compagni sarebbero anche le cellule di Ultima generazione, che ha Firenze conta una partecipazione molto attiva e un’attività proficua (vedi l’imbrattamento di Palazzo Vecchio e i blitz alla Galleria dell’Accademia).

Entrambi vorrebbero sfruttare la portata mediatica dell’evento per dar voce alle proprie istanze. In un volantino digitale che circola sui social, inoltre, si legge: "Andiamo tutti alla partenza del Tour de France" contro il "Team Genocidio". E ancora: "Porta con te – si legge – la solidarietà al popolo palestinese, con le bandiere i cartelli e l’indignazione contro il genocidio e l’occupazione sionista".

Sotto stretta osservazioni, da parte della Digos, sono quindi i movimenti studenteschi quelli ecologisti. Una galassia che potrebbe ulteriormente appoggiarsi ai simpatizzanti che si riconoscono nelle lor battaglie.

Solo qualche settimana fa sono state nove le perquisizioni, eseguite dalla Digos nei confronti dei manifestanti che il 23 febbraio scorso, a Firenze, nel tentativo di raggiungere il Consolato Usa, deviando dal percorso prestabilito del corteo, si scontrarono con un cordone delle forze dell’ordine posto a presidio della sede americana. Tra i perquisiti sei sono stati indagati: "iscritti tra l’altro per il delitto" di resistenza, sono "ritenuti coinvolti a vario titolo negli scontri con le forze dell’ordine". Gli altri tre sono "completamente estranei ai delitti per cui si procede".

P.m.