Il gruppo Sanac torna all’asta: l’ennesimo tassello di un mosaico mai composto. Siamo ormai alla sesta con le precedenti tutte andate deserte, di fatto, o inconcludenti. E’ addirittura la terza nel giro di 24 mesi. Eppure c’è una novità . La Sanac torna in vendita assieme al colosso dell’acciaio italiano, lo stabilimento ex Ilva di Taranto, di nuovo commissariato dopo il fallimento della strana joint venture fra lo Stato, tramite Invitalia, e Arcelor Mittal. Una strana coppia dagli interessi contrapposti che aveva quasi rischiato di mandare sul lastrico la stessa Sanac.
Ecco, l’ex Ilva è di nuovo sul mercato, nello stesso periodo di Sanac, con i medesimi commissari a gestire la situazione, nominati dal Governo. Non accadeva dalla prima asta che poi aveva visto proprio la partecipazione di Arcelor Mittal. E’ un quadro già visto ma lontano nel tempo e i cui sviluppi, oggi, nel panorama internazionale sono imprevedibili perché qualcuno potrebbe essere interessato anche ad acquistare tutto e ricostruire la filiera dell’acciaio italiana, con uno degli indotti principali che sono proprio i refrattari di Sanac. Entrambi i bandi scadono il 20 settembre. Le clausole e le modalità, i presupposti e le richieste sono più o meno ancora le stesse, per Sanac come per l’ex Ilva e questo a livello nazionale in particolare ha fatto storcere un po’ il naso soprattutto ai sindacati. La paura è quella di ritrovarsi un’altra Arcelor Mittal in casa.
Per Sanac vanno bene anche cordate "che siano in grado di garantire la continuità produttiva dei complessi aziendali oggetto della Procedura, anche con riferimento alla garanzia di adeguati livelli occupazionali". Si parte come sempre dalla manifestazione di interesse: quindi entro il 20 settembre devono arrivare solo proposte non vincolanti. Poi la procedura passerà alla valutazione e selezioni da ammettere alle fasi successive che prevedono una due diligence, con accordo di riservatezza, cui può far seguito l’offerta vera e propria che in qualche modo diventa vincolante. Dopo il tentativo non concluso con il Gruppo Beltrame, ora c’è da capire chi potrebbe essere interessato a Sanac oggi, azienda che con la ripresa degli ordini da Taranto avrebbe addirittura bisogno di assumere e investire sui macchinari. Magari proprio una delle società che si dice siano interessate all’ex Ilva, gli indiani di Vulcan Green Steel e di Steel Mont, i canadesi di Stelco Holdings, il gruppo ucraino Metinvest, e aziende italiane come Sideralba, Arvedi e Marcegaglia. Tutto è un’incognita.
Sul bando il segretario della Filctem Cgil, Umberto Faita, non si sbilancia, "l’ennesimo di una storia che sembra infinita. Non abbiamo ricette preconfezionate, né tantomeno risposte semplici a problemi complessi, che hanno un respiro non solo nazionale, ma globale. Oggi abbiamo la certezza che i carichi di lavoro comunicati dall’azienda necessitano di assunzioni e manutenzioni straordinarie. Lo abbiamo detto ai commissari a fine giugno e lo abbiamo ribadito con la richiesta di incontro inviata al Mimit e ai Commissari stessi. Abbiamo la necessità immediata di sapere se al 31 agosto Acciaierie d’Italia rispetterà i pagamenti previsti per non mettere in pericolo la tenuta finanziaria di Sanac e il piano di assunzioni e gli interventi di manutenzione".
Francesco Scolaro