Sono passati anni dalle ultime notizie che avevano fatto sperare nel recupero delle Gualchiere di Remole, l’opificio 300esco in riva d’Arno in terra ripolese, ma di proprietà del Comune di Firenze: nel 2020 la soprintendenza aveva chiesto a Palazzo Vecchio un vero e proprio progetto di restauro, anche se parziale del bene uscito dall’elenco degli alienabili dopo vari tentativi andati a vuoto di venderlo all’asta. Era stato interessato addirittura l’allora Principe, oggi Re Carlo d’Inghilterra per coinvolgerlo in una task force anglo-italiana per salvare il luogo in cui ai tempi d’oro venivano gualcate le lane inglesi destinate alla famiglia reale.
L’interessamento del Re era stato confermato dalla visita ai resti dell’opificio di Elizabeth Nobrega Tsakirogloiu, presidente della fondazione Nobrega. "Si era parlato anche di realizzarvi un "Borgo dei Saperi", centro di alta formazione e ricerca, con l’approvazione della giunta fiorentina di uno studio di fattibilità da 18,5 milioni di euro e uno stanziamento da 600.000 euro per la messa in sicurezza dei solai interni" ricorda l’ex sindaco Francesco Casini che ieri è tornato a parlarne in Palazzo Vecchio nel suo ruolo di consigliere comunale di Italia Viva.
"E’ un esempio unico che rischia di cadere nell’oblio senza interventi urgenti di recupero e valorizzazione – ha detto in consiglio comunale ieri -. Nonostante le promesse, non esiste un progetto vero di recupero e valorizzazione che possa garantirne la conservazione e la fruizione pubblica".
Eppure fino agli anni ’80 è stato una realtà viva, con le famiglie che vi vivevano, tante attività, addirittura una scuolaa. Oggi resta solo il baluardo del laboratorio artistico dello scultore Piero Gensini. "Se il Comune di Firenze è davvero impegnato a preservare e valorizzare il nostro patrimonio culturale, è il momento di passare dalle parole ai fatti" ha detto Casini.
L’assessore Giovanni Bettarini ha risposto confermando l’interesse di Palazzo Vecchio per il suo bene, la chiusura dei primi lavori di messa in sicurezza dei solai e la progettazione di un recupero complessivo. Casini ha chiesto dunque di attivare uno specifico lavoro della commissione cultura del Comune di Firenze per portare avanti il progetto di recupero dell’opera.