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Guarnieri, sorriso a mezza bocca: "Non solo norme, serve più cultura"

La riforma sulle norme per i monopattini divisa tra l'obbligo del casco e la complessità burocratica. Stefano Guarnieri sottolinea l'importanza della cultura della sicurezza e della sensibilizzazione.

"Oltre alle imposizioni dall’alto, bisogna educare le persone e tramettere loro la cultura della sicurezza". Stefano Guarnieri fondatore dell’Associazione Lorenzo Guarnieri, nata in memoria di suo figlio Lorenzo, morto a causa di un incidente stradale nel 2010, quando guarda le novità introdotte per i monopattini dal nuovo codice della strada non ha dubbi.

Guarnieri, come vede l’obbligo del casco?

"La misura di base è positiva. Si parla di dispositivi di sicurezza che riducono l’impatto degli incidente.

Ma c’è un ’ma’?

"Purtroppo sì. L’obbligo di prevedere una targa e anche quello di assicurare i monopattini rende complesso un sistema nato per essere semplice"

In che senso?

"Se un cittadino compra un monopattino, ma prima di metterlo in strada deve superare iter amministrativi complessi, e ancora non ben definiti, è probabile che scelga un altro mezzo, come una bicicletta ad esempio"

E la riforma nel complesso come le sembra?

"L’impianto è un pochino fumoso. Non si capiscono bene i risvolti pratici che le norme potranno effettivamente avere. E l’incertezza ha un solo effetto : ridurre l’uso".

Vede degli elementi positivi nella riforma?

"Certo, penso che la norma che obbliga i costruttori a implementare un sistema di indicatori di direzione (le frecce) abbia risvolti soltanto migliorativi. Ma non si può agire solo con le norme"

E come?

"Serve anche più cultura della sicurezza. Le persone vanno informate e sensibilizzate. I grandi cambiamenti non mai essere solamente calati dall’alto".

I monopattini non sono il male quindi?

"Assolutamente no, sono mezzi green che aumentano la sostenibilità e potenzialmente riducono l’afflusso di traffico"

Gabriele Manfrin