di Ilaria Ulivelli
Si va verso lo sciopero. Simbolico, perché il servizio territoriale dell’emergenza urgenza non si può fermare: è un servizio essenziale. Sciopero simbolico ma significativo. "Dal 1244 alla Misericordia non è mai accaduto, ma il momento è estremanente difficile", dice il presidente della Federazione regionale delle Misericordie della Toscana, Alberto Corsinovi.
I sindacati Cgil, Cisl e Uil sono sul piede di guerra e attaccano proprio lui. Perché dopo mesi di trattative Misericordie ha deciso di non sottoscrivere il primo contratto nazionale di lavoro unico per gli operatori dell’emergenza urgenza Anpas-Misericordie-Cri. "Abbiamo indetto lo stato di agitazione di tutto il personale coinvolto, richiedendo al ministero del Lavoro una convocazione urgente per fare il tentativo obbligatorio di conciliazione che purtroppo il 2 maggio si è concluso negativamente", dicono Michele Vannini della Cgil Fp, Franco Berardi della Cisl Fp e Domenico Proietti della Uil Fpl.
La situazione è complessa. Il nuovo contratto avrebbe permesso di equiparare gli stipendi di tutti i lavoratori delle Misericordie e delle Pubbliche assistenze a quello della Croce Rossa che è il più ricco. "L’incremento del 4,5% dei salari avrebbe dato una boccata di ossigeno ai lavoratori", spiega Luca Pasqualetti della Cgil Fp di Firenze. Ma è proprio Corsinovi, il presidente della federazione regionale, che comprende tutte le 310 Misercordie della Toscana, a fare il primo passo per spiegare i motivi del doloroso no. "Non ce la facciamo perché con i rimborsi attualmente corrisposti dalla Regione alle Misericordie per effettuare il servizio di emergenza urgenza siamo in rimessa – spiega – A queste cifre non solo non possiamo pensare di adeguare i salari ma ci è praticamente impossibile continuare a erogare i servizi".
Corsinovi snocciola i numeri del progetto della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), che ha effettuato uno studio pilota su quattro regioni per la definizione dei costi standard dei servizi di soccorso. La Toscana è la regione al primo posto in Italia per numero di mezzi di soccorso impiegati rispetto alla popolazione: c’è un’ambulanza ogni 14.732 abitanti, contro i 20.552 dell’Emilia Romagna, 27.835 della Lombardia, 30.306 del Piemonte, 31.060 del Veneto. "E in questa situazione siamo i primi per risparmio della spesa, la valorizzazione media dei rimborsi annua è di 100.800 euro contro i 448.200 della Campania, i 180.000 del Piemonte, i 304.012 della Lombardia e 479.352 della Sicilia".
Proprio per parlare del budget, dopo le criticità dello scorso anno, il presidente Corsinovi incontrerà il governatore toscano Eugenio Giani e l’assessore alla sanità Simone Bezzini martedì prossimo.
"Una decisione grave quella delle Misericordie – attacca Pasqualetti – Gli stessi problemi dovrebbero averli anche le altre associazioni. Stiamo decidendo quando e come organizzare la protesta che inizierà con unpresidio a Firenze, in un luogo simbolico".