OLGA MUGNAINI
Cronaca

Guerritore, nell’anima della Magnani

Domani alla Pergola l’attrice e regista presenta il suo film “Anna“ con una conferenza-performance

di Olga Mugnaini

"E’ un modo diverso per portare la gente al cinema, per farla innamorare, appassionare".

Eppure lei è donna di teatro, anzi una regina, sia come attrice che come regista.

Ma il cinema lo conosce bene, grande interprete di pellicole quali “La lupa“ e “Scandalosa Gilda“ dirette da Gabriele Lavia.

Stavolta dietro la macchina da presa ci sarà lei, Monica Guerritore, come pure sul set, per raccontate una delle più grandi attrici, troppo spesso dimenticata: Anna Magnani, a cinquant’anni dalla morte.

Questo progetto-debutto, di cui ha già scritto la sceneggiatura, la Guerritore lo vuole condividere e anche un po’ costruire insieme al pubblico, per spiegare come funzioni la macchina che, inquadratura dopo inquadratura, fotogramma dopo fotogramma, porta alla nascita di un film.

Così domani alle 11, nel Saloncino ‘Paolo Poli’ del Teatro della Pergola, l’attrice e regista presenterà in prima assoluta una conferenza-performance dal titolo “La nascita di un film“, ossia “Anna,“ tutto sulla vita della Magnani. Ci saranno lettura di alcuni estratti della sceneggiatura e aneddoti sul dietro le quinte di alcune delle sue interpretazioni femminili più iconiche.

Cosa le interessa soprattutto di questa immensa attrice?

"Il mondo interiore, le sue emozioni, dalla notte degli Oscar per La Rosa tatuata, al sofferto amore per Rossellini, dallo strazio per la malattia del figlio, alle notti in giro per Roma. Lo sa che lei non riusciva a dormire..."

E che faceva?

"La gattara, andava per le strade a dare da mangiare ai gatti. La mia è una biografia immaginaria, perché quando ci si avvicina alla vita di qualcuno bisogna andarci con i piedi di piombo".

Quando e come le è entrare dentro Anna Magnani?

"Con l’interpretazione della Lupa. Mi sono avvicinata a lei per l’interpretazione, per trovare la sua forza. Sulla Magnani ci sono tanti documentari, ma non un vero film. Con “Anna“, che per me è un debutto nella regia cinematografica, vorrei che la Magnani diventasse un punto di riferimento per gli attori di oggi. Molti giovani non sanno che è una tra più grandi attrici del mondo".

Eppure ha vinto un Oscar.

"Sa come diceva? “Ho vinto troppo, ho vinto tardi“".

Cosa voleva dire?

"Era il 1956 e lei aveva capito che il suo viso non andava più bene, non corrispondeva più agli stereotipi. Fino ad allora le donne erano libere non avevano look da rispettare. Pensi che lei si tagliava i capelli da sola. Sappiamo cosa dicesse a proposito delle rughe: e che me le tolgo? Ci ho messo una vita a farmele. Non a caso è stata citata da Papa Francesco in San Pietro, che ha esortato: non temete il vostro corpo, la vostra età. Insomma la Magnani era una donna e un’attrice senza canoni, di grandissima forza".

Eppure la sua forza non l’ha messa al riparo da sofferenze.

"No. Ha sofferto molto quando Rossellini l’ha lasciata per Ingrid Bergman. Loro si erano innamorati nel ’48, due anni dopo aver girato ’Roma città aperta’. Ma io penso che anche l’assenza abbia contribuito a tenerli legati per sempre. Quando si è ammalata, le è stato accanto fino alla fine. E poi il dolore per il figlio"

Che cosa era successo?

"Ad appena due anni e mezzo il figlio Luca fu colpito dalla poliomielite. Il padre era Massimo Serato, che un giorno era andato sul set di ’Roma città aperta’ a trovare Anna. Litigarono, lui se ne andò e lei come una furia corse dietro alla sua macchina, cadendo. E’ così che è nata più o meno la celebre scena di Pina che muore mitragliata mentre insegue il camion dei tedeschi".

Quando sarà pronto il film?

"Qualche spezzone spero sia pronto per festival del Cinema di Roma, che quest’anno sarà dedicato proprio alla Magnani. Ma il viaggio è lungo. Intanto sono felice di questo incontro col pubblico fiorentino, per condividere il mio percorso creativo".