di Antonio Passanese
La Corte di Appello ha deciso: l’Harry’s Bar, dopo 50 anni, dovrà lasciare il fondo di lungarno Vespucci. I giudici hanno dunque respinto il reclamo presentato dai fratelli Bechi, titolari dello storico locale, contro lo sfratto esecutivo, con tanto di forza pubblica, fissato dal Tribunale di Firenze per il 20 luglio. E confermato le ragioni della Gin Srl, società proprietaria delle mura che fa capo alla famiglia fiorentina Olivetti Rason.
I giudici hanno anche validato la risoluzione del contratto di locazione per "inadempimento" e, di conseguenza, la restituzione dell’immobile, si legge sul provvedimento, ritenendo che "il reclamo è infondato e non può essere accolto". Non solo. I titolari dell’Harry’s sono stati anche condannati a liquidare le spese di giudizio fissate in 2.800 euro all’esito della discussione davanti ai giudici degli avvocati Emanuele Taccetti per i Bechi e Maurizio Bufalini per gli Olivetti Rason.
. Con questa sentenza, la Corte d’Appello mette la parola fine a una battaglia giudiziaria che si trascinava da tempo anche per un "problema di morosità persistente", forse aggravato anche dal periodo del Covid. Accusa, questa, che i titolari del bar, detenuto dalla società Boston, rispediscono al mittente. A nulla, insomma, sarebbero serviti gli interventi sia di Palazzo Vecchio che della Confcommercio che, come confermato dal presidente vicario nazionale dalla Fipe, Aldo Cursano, avrebbero provato a fare una moral suasion nei confronti della Gin Srl per tutelare un nome e un luogo che fa parte della storia di questa città da 70 anni.
Bisognerà anche capire, ora, che fine faranno e come verranno ricollocati i dodici dipendenti dell’Harry’s che non è escluso possano essere riassorbiti dalla filiale del locale che si trova all’interno del lussuoso hotel Villa Medici di Porta al Prato.
Certo è che la chiusura, dal 20 luglio, del mitico bar-ristorante di lungarno Vespucci è una vera perdita per Firenze. Un locale che è entrato nel mito , con Paloma Picasso, Margot Hemingway, Paul Newman, Elizabeth Taylor, Burt Lancaster, dei quali ancora campeggiano le foto mentre, seduti ai tavoli a al bancone sorseggiano i loro drink preferiti o la loro marca di champagne prediletta.