REDAZIONE FIRENZE

Host 'bugiardi' e finte prenotazioni. Ecco come gli squali evadono online

La nostra prova sul campo per schivare i controlli dei portali d’affitto

Persone al computer

Firenze, 8 luglio 2017 - LA PRATERIA di villette, appartamenti, stanze in affitto è sterminata. C’è la bomboniera di quattro vani rosé con balconcino affaccio Cupolone o il nido romantico con idromassaggio in soggiorno e lettino soppalcato vista Boboli. Ma anche la mansardina a Novoli per due da strappare a un prezzaccio se si pernotta per più di 3 giorni. Una Babele da 680 offerte contate, pronte per essere prenotate con un preavviso di 48 ore. Che diventano migliaia se ci si muove con settimane di anticipo. Le vetrine sono quelle dei tre colossi delle locazioni brevi online: il marketplace texano Homeaway rilevato da Expedia nel 2011, il francesce Homelidays e il gigante di San Francisco, Airbnb che da solo gestisce 7.600 alloggi in città. Tutti a portata di clic.

PORTALI web che, nelle mani dei furbetti, però possono diventare lo Stargate fra due dimensioni: il mercato regolare e il nero. Molti proprietari, infatti li sfruttano come una vetrina virtuale, salvo poi chiudere affari, contanti alla mano e senza lasciare tracce. Basta contattare il padrone di casa (l’host) e domandare la disponibilità di un appartamento. Ma soprattutto schivare le regole (ferree), ad esempio, di Airbnb. A cominciare dalla prima: vietato scambiarsi numeri di telefono o indirizzi mail fra host e affittuario. Una legge che non resta solo sulla carta. Il portale web di Airbnb infatti blocca ogni forma di scambio di numeri o indirizzi mail finché la richiesta di prenotazione non è stata accettata dal proprietario. Provare per credere. La stringa di numeri inviata all’host apparirà come una sfilza di asterischi. Uno scudo anti-truffe che permette al portale online di monitorare le transazioni e garantirle anche in termini economici.

MA PER SCHIVARLO e fare del nero, quello che muove il business, salta ricevuta, tassa di soggiorno e percentuale del 20% trattenuta dal portale sulle transazioni, è possibile. Il giochino è semplice. Basta, infatti, che il proprietario accetti la richiesta di prenotazione. È a questo punto che il suo numero di telefono arriverà dritto sullo schermo del turista di turno. E viceversa. Da qui a fare uno squillo al proprietario e mettersi d’accordo per pagare all’esterno del portale, il passo è brevissimo. E così gli 800 euro dei tre giorni di charme in un palazzone di lusso a un passo da via dei Vecchieti crollano a picco a 500 oppure i 65 euro al giorno in due stanzine nel cuore di San Frediano diventano 50. Basta ricordarsi di far saltare l’affare su Airbnb, chiedendo la cancellazione del soggiorno.

IL «GIOCHINO» infatti è possibile solo per quegli appartamenti dove i termini di cancellazione sono flessibili. Se per un host annullare una prenotazione per 3 volte in un anno può valere anche la cancellazione dell’account, per i turisti non esiste un limite vero e proprio. La domanda è una sola: conviene? Grazie al trucco si possono schivare la percentuale del 20% trattenuta da Airbnb, le spese della tassa di soggiorno e la cedolare secca al 21%. In pratica a fine mese 800 euro intascati dall’host e tassati possono diventare quasi 1.100. Il rovescio della medaglia per i turisti però c’è tutto. Il rischio di incappare in un pacco clamoroso.

cla.cap