
L’Ordine ha ceduto l’antico complesso alla AZ Hospitality di Firenze. Padre Beccai: "Non abbiamo soldi per ristrutturarlo. La chiesa non si tocca".
di Antonio Passanese
E’ la AZ Hospitality – una società fiorentina che si occupa di ricettività, già proprietaria dell’hotel Garden Blu di via Venezia – ad essersi aggiudicata la ristrutturazione e la trasformazione in albergo del convento di San Paolino (nella foto), a due passi da via Palazzuolo. La chiesa però rimarrà di proprietà dell’Ordine dei carmelitani scalzi, e una volta terminati i lavori di restauro, tornerà ad accogliere i fedeli. Il vecchio monastero, che per diversi secoli ha ospitato i frati, diverrà invece un albergo con una trentina di camere (le celle) con bagno privato. A confermarlo è il superiore provinciale dei carmelitani dell’Italia centrale, padre Gabriele Biccai.
Su questa trasformazione però pesa il blocco alla nascita di nuove strutture ricettive in centro previsto dal Piano operativo, che sarà approvato prima dell’estate ma le cui clausole di salvaguardia sono già attive. "Ci meraviglia che l’opinione pubblica non abbia capito la necessità di questo intervento – spiega il carmelitano – Purtroppo non abbiamo avuto scelta: sono provinciale da 2 anni e mi sono ritrovato a gestire un immobile che cade letteralmente a pezzi. Anche noi abbiamo paura a entrarci dentro: il tetto è crollato, le condutture danneggiate, i servizi igienici inutilizzabili e in vari punti ci sono gravissime infiltrazioni".
L’Ordine, purtroppo, non ha i mezzi per dare il via ai restauri,e per questo motivo "dopo aver valutato diverse proposte, abbiamo deciso, in accordo col Capitolo provinciale, di affidarci all’AZ Hospitality che investirà una ingente somma". Discorso diverso, come detto, per la chiesa di San Paolino "sulla quale abbiamo profuso tutto il nostro impegno e che, una volta riaperta, oltre alle celebrazioni liturgiche potrà essere utilizzata anche per concerti e mostre d’arte". Prima di firmare l’atto che sancirà ufficialmente il passaggio, per 30 anni, alla società fiorentina, si attendono i pareri e il via libera sia della Soprintendenza che della Santa Sede.
Va ricordato che, non molto tempo fa, il comitato San Paolino aveva proposto al Comune l’acquisizione del bene per istallarci botteghe artigiane, e organizzare al suo interno spazi culturali e di studio per giovani italiani e stranieri con la collaborazione delle università americane e con la Pneuma Art Fundation. Ma il progetto non è andato in porto. L’idea che il convento possa diventare un albergo non piace neanche alla consigliera di Firenze democratica (ed ex assessora all’Urbanistica), Cecilia Del Re, che, in una una mozione, ha chiesto all’esecutivo Funaro di parlare con la proprietà per evitarne l’alienazione. "Come FD ci siamo attivati subito per porre un alert all’amministrazione affinché venisse bloccata questa ennesima operazione legata al turismo, che non si capisce peraltro come possa avvenire, posto il blocco di nuovi alberghi inserito nel Poc".
L’attuale assessora all’Urbanistica Caterina Biti fa sapere di aver già incontrato il comitato e ribadisce la disponibilità al confronto: quello che le è stato proposto è un bel progetto sul quale c’erano interesse e apprezzamento da parte dell’amministrazione. "Ma vige il blocco per le nuove destinazioni ricettive dal 2019 in area Unesco (allargata ai viali dal 2021)", il commento da piazza della Signoria. Nei prossimi giorni gli uffici di Palazzo Vecchio faranno tutti gli approfondimenti e le verifiche necessarie sul caso specifico.