Firenze, 5 aprile 2024 – Che sarebbe andato lontano lo si intuiva sin dai primi passi, ma che si sarebbe spinto fin dov’è arrivato no. Quello nessuno a Firenze avrebbe potuto immaginarlo. Chi ricorda la sua prima "battaglia" in nome dei diritti degli studenti? Fece subito scalpore.
Ne è passato di tempo da allora, l’esperienza è cresciuta esponenzialmente anno dopo anno e quell’agenda è diventata un tesoro di relazioni davvero unico con i nomi più significativi del mondo imprenditoriale, finanziario, istituzionale e politico.
Certo è che la stoffa c’era e così le sue prima battaglie non tardarono a fare notizia. Da giro della penisola. News di rilievo nazionale: da un banco di scuola ai giornali più diffusi. A partire da quella per "non interrogare il lunedi a scuola".
Sembrava una boutade, e invece, il giovanissimo Andrea Ceccherini, nato a Firenze, ma cresciuto a Scandicci, non aveva tirato una freccetta a caso: aveva semplicemente ricordato che esisteva una norma, una circolare del ministero dell’Istruzione, che in effetti invitava i docenti a non farlo.
Lì per lì sembrava una provocazione, poi – a seguito della battaglia del giovane Andrea – il ministro dell’Istruzione in persona dovette pubblicamente ammettere in Parlamento che quel ragazzo diceva il vero.
E non solo: da allora gli insegnanti avrebbero dovuto fare il possibile per rispettare la norma. In tantissimi rimasero colpiti e in molti cominciarono a seguirlo. Allora Andrea Ceccherini aveva 16 anni ed era uno studente del liceo scientifico di Scandicci, dove da rappresentante prima di classe e poi di istituto, portò avanti, una serie di battaglie, per la città.
Su tutte una: quella per dare a Scandicci una vita e una dimensione non da semplice dormitorio, ma da cittadina vera e propria. Cominciando anche in questo caso con una provocazione: diede alle stampe un libretto, titolato "Scandicci by night", con sottotitolo tutto quello che puoi fare a Scandicci di notte.
Che c’era scritto? Niente. Cento pagine bianche. E anche in quel caso colpì nel segno, e nonostante l’amministrazione cittadina di allora se ne lamentasse, dal "Costanzo Show" alle telecamere di "Uno Mattina" raggiunsero Scandicci per parlarne, accendendo così il grande faro della stampa.
Da lì alla politica sembrava una strada segnata. Non a caso il giovane fiorentino fondò prima "Giovani in Politica" e poi "Progetto Città", con l’ambizione di lanciare una scuola di formazione politica indipendente e trasversale rispetto a partiti vecchi e nuovi. Corsero tutti i big di allora a benedirla da Giulio Andreotti a Nilde Jotti, per dare un’idea del calibro degli interlocutori. E le quotazioni del giovane Andrea salirono ancora. In tanti iniziarono a tirarlo per la giacca, ma lui decise di tenersi fuori dall’arena politica, investendo tutto sulla sua indipendenza da partiti e da appartenenze.
Una scelta che è risultata vincente. Poteva sembrare un limite, non lo era. Di lì a consentì a due grandi editori come Cesare Romiti, allora a capo del Corriere della Sera, e Andrea Riffeser, amministratore delegato di Poligrafici Editoriale, di fondare insieme a lui l’Osservatorio Permanente Giovani-Editori.
Un’organizzazione che in Italia è oggi leader per l’educazione ai media e l’educazione economico finanziaria, e che coinvolge milioni di studenti delle scuole secondarie superiori nei suoi progetti, consentendo ad Andrea Ceccherini di ospitare ai suoi eventi dai governatori delle banche centrali ai direttori dei grandi quotidiani internazionali fino ai leader della Silicon Valley e ai grandi protagonisti internazionali del nostro tempo.
Qualche nome? Personaggi come il presidente della Bce Christine Lagarde o il capo di Apple Tim Cook sono tra coloro che si sono spesi ripetutamente affiancando gli obiettivi di Ceccherini, per non parlare della vedova di Steve Jobs e dei fondatori di Whatsapp e Snapchat. Tutti attratti da questo giovane ormai diventato grande, che con i ’grandi’ si trova a suo agio al punto di invitarli a casa sua, a Firenze, con una naturalezza sconfinata.
Dove andrà Andrea Ceccherini ora che ha raggiunto i 50 anni? Lo vedremo, visto che lui schiva puntualmente l’argomento, limitandosi a dire che "si diverte come un bambino a fare quel che fa", ma di certo la sua indipendenza e la sua apertura internazionale, lo porteranno oltre. Dove? "Oltre dove oggi potremmo immaginarlo" sussurra chi lo conosce bene. E sarà un caso, ma il suo prossimo interlocutore, il prossimo dei grandi ospiti fiorentini, sarà – forse non a caso – il più globale dei giornalisti che ci possa essere sulla scena oggi: il numero uno del New York Times, Joe Kahn.
I.U.