FRANCESCO INGARDIA
Cronaca

I 5S minano il campo. Fossi (Pd) media: "Tempo per lavorare"

Il disappunto dei pentastellati dopo l’approvazione. I retroscena nel centrosinistra dopo la lunga notte .

Dietro i trionfalismi della maggioranza per l’approvazione del Piano Rifiuti, si intravedono in controluce i granellini di polvere sotto al tappeto del cantiere progressista. Gli schleiniani gongolano per "l’impegno preso in campagna elettorale", ora tradotto in legge, che rafforza la credibilità politica dell’assessorato in capo a Monia Monni. Un biglietto da visita nell’anno della Toscana al voto. Ma dietro ai 24 voti favorevoli, a stonare resta il no del M5S tra gli 11 contrari. Un gancio ben assestato al progetto di campo largo. I pompieri per domare l’incendio non sono mancati. Nonostante i mal di pancia interni al Pd per la ghiotta occasione (sprecata) di possibili convergenze. Basta guardare gli ordini del giorno. La Lega ha ottenuto strapuntini. Cassate le proposte modificative avanzate dai consiglieri regionali di Beppe Conte, sensibili sul fronte ambientale. Per l’inceneritore di Roma è caduto il governo Draghi nel 2022, d’altronde. "La trattativa andava gestita meglio, se un rapporto ci deve essere andrà pur costruito su un terreno comune", l’ammissione di un colonnello dem. Il governatore uscente Giani prima liscia la sua maggioranza, "granitica e compatta", poi continua a tessere la tela pur di strappare la carta d’imbarco in coalizione per i pentastellati: "Erano partiti con una valutazione critica, hanno conservato l’approccio tenuto. Spero che in futuro si possa lavorare meglio", minimizza. La stessa carta giocata dal segretario Pd. "Un Piano fortemente innovativo". Fossi, ma come la mettiamo coi 5S? "È naturale, il Piano ricalca il lavoro immaginato agli albori della legislatura dall’attuale coalizione. C’è tutto il tempo per costruire convergenze con altre forze politiche. Lo abbiamo fatto con il M5S sulla legge sui consorzi pubblici, sul Testo Unico sul Turismo. Non vedo ostacoli, ma voglia di lavorare insieme per il futuro". Dubbi attanagliano il Movimento, diviso tra oltranzisti anti-Pd (Galletti e Quartini) e aperturisti (Noferi e Masi). "Da Roma abbiamo ricevuto indicazioni di non barattare i nostri valori fondativi. Siamo una forza progressista e ambientalista, nessuna deroga sulla nostra identità: mai venderemo la nostra anima per una poltrona", il mantra udito in casa dei contiani. Pronti sì a sedersi al tavolo di coalizione, ma anche a far valere le distanze programmatiche: "Se questi nodi non si sciolgono saluteremo il tavolo con un ‘arrivederci e grazie’. Altrimenti che racconteremo ai nostri elettori senza alcuna discontinuità dalle ultime due legislature?". Retropensiero che fa il paio con la "tabula rasa" invocata dal leader di Sinistra Italiana Dario Danti negli studi di Toscana Tv: "Si parte da zero, il giudizio su Giani non è positivo". Il governatore però mantiene sia la calma che il gesso ("Con Danti parlo costantemente, troveremo le condizioni per impostare il lavoro futuro"). Ma il viatico del primo tavolo del centrosinistra si fa stringente. "Festìna lente, direbbero i latini - rilancia Danti -. Affrettiamoci lentamente, perché una discussione su nome e programma non è più rinviabile".