ILARIA ULIVELLI
Cronaca

I big in fuga da Careggi (atto secondo)

Un anno dopo l’esodo di un gran numero di medici, un’altra mandata di uscite illustri

Stanislao Rizzo, una delle star internazionali dell’oculistica

Firenze, 1 settembre 2018 - Ancora, come sempre, corteggiatissimo dalle più prestigiose cliniche italiane e straniere, Stanislao Rizzo, prossimo a diventare professore ordinario di Oculistica all’Università di Firenze (dove adesso è professore associato), determinato a resistere e restare a Careggi, stavolta potrebbe lasciare davvero. Il mago dell’occhio bionico, che nel 2011 ha effettuato il primo impianto di retina artificiale al mondo su un paziente non vedente, è arrivato a Careggi da Pisa per subentrare alla direzione dell’Oculistica di Ugo Menchini, nel 2014, con un progetto faraonico e ambizioso in un reparto realizzato al secondo piano del Cto per assecondare una vocazione d’eccellenza assoluta con un investimento di 4 milioni di euro fra ambulatori, macchinari e sale operatorie.

Inutile dire che per Careggi, se davvero Rizzo se ne andasse, sarebbe una grave perdita. Anche per l’investimento fatto. Lui vorrebbe restare, anche se dopo quattro anni a Careggi, il clima si è ulteriormente invelenito, soprattutto negli ultimi mesi, da quando l’attenzione si è maggiormente focalizzata sui suoi guadagni in intramoenia, scatenando una polemica per la sua collaborazione alla clinica di San Rossore – che gli è stata consentita con una delibera della direzione generale di Careggi –, rispetto alla sua professionalità, capacità organizzativa e enorme mole di lavoro nel servizio pubblico. Per lui all’orizzonte ci sono due possibilità concrete: andare a sostituire a Roma il professor Aldo Caporossi, da novembre, quando andrà in pensione da direttore di istituto all’Università Cattolica del Sacro Cuore e dalla guida dell’Oculistica del policlinico Gemelli, oppure in Svizzera.

Vedremo se Careggi saprà difendere una delle sue maggiori eccellenze. Perché dopo il gran numero di addii dello scorso anno, ora il policlinico si trova di nuovo a fare i conti con un bel po’ di uscite di peso da ruoli chiave, tra pensionamenti e carriere che proseguiranno altrove con incarichi di egual o maggior prestigio ottenuti da vincitori di concorso. Perché l’azienda ospedaliero universitaria più rilevante della Toscana non riesce a trattenere i talenti?

Careggi ha perso Serafina Valente da due settimane alla guida della Cardiologia ospedaliera di Siena: con le se n’è andato un profilo importante che negli ultimi 18 anniaveva sviluppato particolari competenze nell’ambito della cardiologia interventistica e nell’uso di device di supporto d’organo, ricoprendo anche l’incarico di responsabile della Cardiologia intensiva integrata. E’ data in uscita anche Michela Bezzi, direttore della Pneumologia interventistica di Careggi che dovrebbe tornare con questo stesso incarico agli Spedali Civili di Brescia da ottobre. Così come, se risulterà vincitore del concorso ancora non concluso, se ne potrebbe andare a Siena il primario della chirurgia robotica Andrea Coratti che era arrivato a Careggi quattro anni fa: un talento formato alla scuola grossetana di Pier Cristoforo Giulianotti.

Sempre a Siena ha assunto già la guida della Cardiochirurgia Gianfranco Montesi, uno degli aiuti storici del primario Pierluigi Stefàno. Un futuro a Roma, al San Camillo, viene prefigurato per l’ematologo Luigi Rigacci, specializzato sul trattamento dei linfomi. Due uscite anche dalla direzione sanitaria: se ne vanno Ennio Rustico e Tommaso Tanini. Mentre è già a Siena l’architetto che ha progettato la trasformazione urbanistica di Careggi degli ultimi quindici anni, Filippo Terzaghi, da capo dell’Area Tecnica. In uscita per pensionamento i big Massimo Ceruso direttore della Chirurgia e microchirurgia ricostruttiva della mano, il primario dell’Oncologia medica Francesco Di Costanzo, Teresita Mazzei (presidente dell’Ordine dei medici di Firenze), alla guida della Farmacologia oncologica, Paolo Bechi, prorettore all’area medico sanitaria e direttore della Chirurgia epatobiliare, Massimo Pistolesi a capo della Pneumologia e fisiopatologia toraco-polmonare e il direttore dell’Endocrinologia Massimo Mannelli.