I cento anni della Madonnina del Grappa. Dal 1924 assistite oltre 20mila persone

L’arcivescovo Gambelli: "Esempio da imitare, mentre crescono le spese militari"

I cento anni della Madonnina del Grappa. Dal 1924 assistite oltre 20mila persone

L’arcivescovo Gambelli: "Esempio da imitare, mentre crescono le spese militari"

Sono oltre ventimila le persone aiutate negli ultimi cento anni dall’Opera Madonnina del Grappa ed il ruolo e l’importanza dell’istituzione caritativa fondata da don Giulio Facibeni nel 1924 sono stati celebrati in Palazzo Vecchio alla presenza dell’arcivescovo di Firenze Gherardo Gambelli assieme, fra gli altri, al presidente della Regione Eugenio Giani, alla sindaca della città Sara Funaro, Anna Scattigno, storica della Chiesa, Luigino Bruni, docente di economia politica e la sociologa Chiara Saraceno. "Rifredi senza l’Opera e don Facibeni – ha dichiarato Giani – sarebbe solo una distesa di case, mentre oggi il Quartiere è una parte vitale e storica della città dove ci sono servizi, il campo di calcio, spazi dedicati allo sport, i laboratori, il teatro, che contribuiscono a rendere questa parte di Firenze un polmone verde e aperto alla socialità".

"Oggi - ha detto l’arcivescovo di Firenze Gherardo Gambelli - resta l’eredita di un uomo che ha avuto fiducia nella provvidenza di Dio e ha creduto nella possibilità di ricostruire dopo anni di guerra e distruzione a partire dal coinvolgimento della popolazione. Questa è l’eredità più autentica di don Giulio Facibeni, in un mondo ancora oggi segnato da discordie: la forza di essere convinti che attraverso la condivisione e la solidarietà si costruisce una società più solida e più giusta e si contribuisce alla lotta contro le guerre. È triste constatare come in praticamente tutti i Paesi solo le spese per il riarmo crescono, a misura dei bisogni imposti dalla incapacità dei governi e della comunità internazionale di risolvere nel rispetto del diritto internazionale e umanitario, le questioni internazionali e dagli interessi economici sottesi all’industria bellica". Questo, "è tanto più triste quanto maggiori sono i bisogni essenziali per assicurare il diritto ad una vita dignitosa che vengono trascurati": ha proseguito, monsignor Gambelli facendo il paragone con Giorgio La Pira, il Sindaco Santo (nella foto con don Giulio), il quale "dette prova di grande creatività, coraggio e capacità di lotta nel proporzionare le risorse ai bisogni di alloggi, lavoro, scuole, mense così urgenti al suo tempo. È chiarissima la consapevolezza che per fronteggiare una possibile nuova pandemia, oltre che per salvaguardare il diritto umano alla salute, sarebbe necessaria la costruzione di una rete di servizi sanitari efficienti e accessibili a tutti, il cui costo sarebbe nettamente inferiore a quello del riarmo".

Duccio Moschella