REDAZIONE FIRENZE

I concorsi di Careggi. Per cardiochirurgia il processo traballa:: "Non più abuso d’ufficio"

Mossa dei difensori di Stefàno: "Reato riformato, subito l’assoluzione"

I concorsi di Careggi. Per cardiochirurgia il processo traballa:: "Non più abuso d’ufficio"

I concorsi di Careggi. Per cardiochirurgia il processo traballa:: "Non più abuso d’ufficio"

di Stefano Brogioni

FIRENZE

Il processo per il concorso di cardiochirurgia, vinto da Pierluigi Stefàno nel 2018, potrebbe smontarsi, almeno nella sua parte centrale, quella relativa al presunto reato d’abuso d’ufficio, contestato allo stesso Stefàno e altri imputati eccellenti come l’ex rettore Luigi Dei, l’ex prorettore Paolo Bechi, i prof Niccolò Marchionni e Corrado Poggesi, l’ex dg di Careggi Monica Calamai. Perché all’udienza di ieri mattina, i difensori del noto cardiochirurgo, gli avvocati Francesco Maresca ed Enrico Marzaduri, hanno richiesto al tribunale l’applicazione dell’articolo 129 del codice di procedura, ovvero l’"obbligo della immediata declaratoria di determinate cause di non punibilità". Il riferimento, illustrato in aula da Marzaduri, è alle recenti riforme dell’abuso d’ufficio, reato modificato nel 2020 ma ancora oggetto del dibattito politico-giuridico, con il ministro della giustizia Carlo Nordio intenzionato ad abolirlo. Secondo i legali, oggi, ciò che viene contestato a Stefàno e gli altri nel capo “C“ dell’imputazione per cui sono a processo, non è più previsto dalla legge come reato. I giudici dovrebbero comunicare la loro decisione nella prossima udienza del sei ottobre. Decisione (che se fosse positiva per gli imputati comporterebbe l’immediata assoluzione per quel punto) che desta l’interesse anche degli altri imputati della più vasta “concorsopoli“, per cui la procura ha recentemente chiesto il giudizio per trenta persone.

Alla luce dell’iniziativa dei difensori di Stefàno, è stato modificato anche il calendario delle prossime udienze. Ieri, non è stato infatti sentito il professor Sandro Gelsomino, persona offesa nel procedimento (si piazzò secondo, dietro a Stefàno, nel concorso per associato), e non verrà ascoltato neanche nella prossima, visto che tocca all’altra persona offesa, il professor Massimo Bonacchi. L’altra parte del processo, verte infatti su una presunta tentata concussione “preparatoria“ al bando che sarebbe stato cucito su Stefàno, di cui sarebbe rimasto vittima Bonacchi, l’associato che avrebbe dovuto condividere con il presunto vincitore prestabilito le proprie pubblicazioni scientifiche in modo da fargli acquisire punteggio in vista del concorso che sarebbe stato bandito di lì a poco.